La società di ricerche Ihs Markit conferma la perdita di slancio del settore manifatturiero dell’area euro, dove tuttavia la crescita di attività delle imprese è proseguita per il 62esimo mese consecutivo. L’indice dei responsabili degli approvvigionamenti, relativo alle aziende del manifatturiero, infatti, si è attestato a 54,6 punti ad agosto, rispetto ai 55,1 punti di luglio. Si tratta della crescita più lenta da novembre 2016.
In Italia poi il settore manifatturiero ha dato segnali di stagnazione: sia la produzione che i nuovi ordini sono risultati più bassi, indeboliti dalla domanda domestica, mentre i livelli occupazionali sono aumentati al tasso più debole da settembre 2016. Il relativo Purchasing Managers Index si è attestato a 50.1 punti, rispetto ai 51,5 di luglio. Il livello più basso da due anni, su questo indicatore in cui i 50 punti rappresentano il limite tra crescita e calo dell’attività.
“La rilevazione Pmi sembra indicare che il settore potrebbe incidere negativamente sul Pil del terzo trimestre”, ha commentato Paul Smith, l’economista di Ihs che cura il report sull’Italia. “A meno che non intervenga un aumento della domanda, sia sul mercato interno che all`estero, la tendenza riportata dai recenti dati sembra indicare che il pericolo di una recessione tecnica durante la seconda parte del 2018 sia reale”.
Tornando all’intera eurozona, “le preoccupazioni circa le guerre commerciali e l’effetto negativo sulle tariffe, così come Brexit e altri timori di natura politica, hanno contribuito ad affievolire l`ottimismo sulle prospettive per l`anno prossimo”, ha rilevato il capo economista di Markit Chris Williamson. “L’ottimismo delle imprese è il secondo più basso da novembre 2015. Non è sorprendente che in queste condizioni ambientali la creazione di nuovi posti di lavoro sia scivolata ai livelli più bassi degli ultimi diciotto mesi”.
“Un fattore positivo rimane il contenimento dei prezzi, che ha contribuito all`aumento più contenuto dei prezzi di vendita in un anno – ha aggiunto Williamson – e che potrebbe contribuire a ridurre l’inflazione dei prezzi al consumo durante i prossimi mesi”.