Questa mattina presso la sede del ministero dello Sviluppo economico, si terrà un nuovo incontro tra i sindacati di categoria Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, i vertici aziendali dell’Ilva e il governo, rappresentato dalla viceministro dello Sviluppo economico, Teresa Bellanova, per riaprire la discussione sulla vertenza dell’Ilva.
Al centro del vertice la richiesta, di parte imprenditoriale, della cassa integrazione straordinaria per 4.984 dipendenti dello stabilimento di Taranto e 80 di Marghera (Venezia), poi scesi, dopo la mediazione dell’esecutivo, a circa 3.700-3.800.
I sindacati, per parte propria, rigettino la richiesta aziendale, auspicando soluzioni di altro genere, numeri minori e rassicurazioni sull’ipotesi degli esuberi.
Lo scorso giovedì 23 febbraio si è tenuto lo sciopero di Fiom e Usb dei 320 addetti dell’area magazzini. A provocare la protesta era stata la decisione aziendale di aumentare il personale in contratto di solidarietà e di chiudere i magazzini ogni venerdì.
Secondo quanto spiegato dal managemente Ilva, la chiusura è motivata da un calo di produzione. I sindacati hanno sottolineato la “straordinaria adesione (circa il 90 per cento) e partecipazione ai presidi” e stigmatizzato l’atteggiamento dell’azienda “che, rifiutando un confronto con le organizzazioni sindacali, ha in maniera del tutto unilaterale penalizzato tutti i lavoratori dell’area magazzino modificando l’organizzazione del lavoro.”