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Pil, Centro studi Confindustria: prezzi energia in calo, economia meglio delle attese

redazione
Gennaio23/ 2023

Grazie a un calo dei prezzi dell’energia, con un’inflazione in rallentamento anche se ancora molto elevata, e nonostante una stretta sui tassi, l’economia italiana va meglio delle attese. Lo rileva la congiuntura flash del Centro studi di Confindustria che evidenzia come tengano il reddito totale delle famiglie e i consumi. Regge il mercato del lavoro ma l’industria dà segnali di flessione come anche il settore delle costruzioni. Tengono i servizi.

“Il prezzo del gas ai livelli più bassi da oltre un anno e la tenuta del potere d`acquisto totale delle famiglie (in termini reali) sostengono l`attività, su livelli migliori di quanto ci si attendesse, come confermato da fiducia e indici di Borsa in recupero”, si legge nel report. “In negativo agisce il forte rialzo dei tassi, che toglie risorse a investimenti e consumi, colpiti anche dall`inflazione, in calo ma ancora elevata”.

Il prezzo del gas ha aperto il 2023 in netta flessione: 65 euro/mwh in media a gennaio, da 114 a dicembre (14 nel 2019). “Un ribasso – spiega il Csc – favorito da stock europei di gas ancora alti, clima mite e consumi frenati. Per il petrolio prosegue la lenta discesa (80 dollari al barile, da 81 a dicembre), grazie a una produzione che ha superato una domanda piatta”.

Per quanto riguarda la produzione industriale, “ha registrato un altro calo a novembre (-0,3%; -1,8% a settembre e -1,1% a ottobre); la manifattura regge (+0,1%), con ampia eterogeneità tra comparti, mentre si contrae il settore delle forniture energetiche (-4,5%). Per il quarto trimestre la variazione acquisita è molto negativa per il totale industria (-1,7%, -0,6% nel terzo). I dati qualitativi a dicembre segnalano uno scenario debole: gli ordini continuano a diminuire, le scorte ad aumentare, le attese di rimbalzo si ridimensionano; il Pmi è fermo in area di lieve contrazione (48,5 da 48,4), la fiducia delle imprese segna una nuova discesa”.

“L`inflazione, ancora alta a dicembre (+11,6% da +11,8% a novembre) e maggiore per le famiglie meno abbienti (+18,4% contro +9,9%) – rileva il Csc – minaccia i consumi, la cui risalita, fino al terzo trimestre, è stata favorita dalla tenuta del reddito reale (anche grazie a più occupazione) e dagli extra -risparmi passati (stabilizzata ora a 7,1% la propensione)”. Sono attese decisioni di spesa prudenti.

Infine, per il Csc regge il mercato del lavoro. I dati mostrano una buona performance nel 2022 in termini di occupati: +50mila a novembre da settembre (e +280mila da gennaio). “Ciò spiega, in parte, la diminuzione del numero di disoccupati (-26mila negli ultimi due mesi). Positivo anche il costante calo degli inattivi”.

E.G.

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