Se gli imprenditori francesi temono boicottaggi sui propri prodotti alimentari da parte dei consumatori americani, dopo la scelte di politica estera di Francia e Germania in merito alla vicenda irachena, quelli tedeschi cominciano a preoccuparsi per le vendite delle loro auto, particolarmente apprezzate dagli automobilisti statunitensi.
A portare in risalto il timore dei produttori germanici è il settimanale Automotivenews, secondo cui diversi manager – nonostante i numeri continuino a supportare le vendite – cominciano a preoccuparsi di un possibile abbandono dei loro prodotti su un mercato importante e crescente come quello a stelle e strisce.
“Anche se le nostre relazioni con i compratori americani sono cresciute nel corso degli anni e oggi sono solide – spiega Bernd Gottschalk, presidente della Vda, l’associazione dei produttori di auto tedeschi – non possiamo metterle a rischio senza preoccuparci”.
Una sensazione condivisa anche dalle singole case, tanto che molti degli uomini ai loro vertici hanno firmato il manifesto della Atlanti-Bruecke,associazione nata per esaltare i legami storici tra Stati Uniti e Germania, comparso la scorsa settimana sul New York Times per ribadire l’amicizia tra i due Paesi, nonostante le differenti valutazioni geopolitiche.
Tra le aziende più preoccupate – nota Automotivenews – la Porsche (il cui mercato è per oltre il 50% statunitense), la Bmw e la Volkswagen: forse la più a rischio vista la fascia di prodotti meno costosa delle concorrenti e le numerose alternative del medesimo livello offerte dai produttori americani.
Più serena la Mercedes, data l’anima statunitense della Daimler-Chrysler: per lei, ancora, nessuna lettera di compratori delusi, come segna, invece, la dozzina di missive ricevute da Bmw, in cui cittadini americani spiegano che “se la Germania non supporterà gli Stati Uniti, Bmw non potrà contare su di loro per l’acquisto di una nuova vettura” della sua gamma.
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