La trattativa per il rinnovo del ccnl dell’industria agroalimentare rimane ferma in un impasse che non sembra sbloccarsi. Nonostante l’accordo sembrasse all’inizio vicino e la trattativa fosse unitaria, due settimane fa, dopo alcune frizioni tra i sindacati sulla parte variabile dello stipendio, Federalimentari aveva rotto le trattative. Ieri, nonostante le tre sigle confederali avessero ricomposto le frizioni, la vertenza non si è sbloccata. Per Stefano Mantegazza, segretario generale della Uila, è mancata disponibilità di Federalimentari su tre punti. Il primo è la definizione di una contrattazione di secondo livello in linea con l’accordo del 22 gennaio. In particolare i sindacati chiedono di usufruire di una contrattazione di tipo settoriale o territoriale e non aziendale come avviene oggi. Il secondo punto su cui non si è trovato l’accordo è il finanziamento della cig da parte degli enti bilaterali. Il Governo ha previsto che questi finanzino il 20% dell’indennità di disoccupazione, ma, ricorda Mantegazza, le risorse non sono ancora state messe a disposizione. Infine, non vi è accordo sul premio variabile che i sindacati vorrebbero legato all’export dell’industria agroalimentare italiana. Per Augusto Cianfoni, segretario generale della Fai Cisl, il problema principale è la seria divisione all’interno di Federalimentari. La trattativa, secondo il sindacalista, si poteva sbloccare con aumento del salario fisso di 125 euro (i sindacati avevano proposto 129 trattabili), ma Federalimentari ha proposto 118 euro. Cianfoni ricorda anche come i sindacati chiedano che l’integrazione salariale per la maternità che oggi si aggira al 30% dello stipendio venga portata all’80%. Si è trovato invece l’accordo sul fondo integrativo sanitario, che sarà di carattere mutualistico e servirà a coprire spese per ricoveri, malattie, diagnostica. Il costo di dieci euro al mese sarà coperto per i primi due anni dalle imprese, mentre successivamente i lavoratori pagheranno due euro al mese e le imprese otto. Anche per Stefania Crogi, segretario generale della Flai Cgil, “Federalimentari di fronte alla reale possibilità di chiudere il contratto non è riuscita a formulare una proposta di aumento salariale credibile per ragioni del tutto estranee alla trattativa”. Dopo la rottura i sindacati hanno proclamato unitariamente lo stato di agitazione in tutte le imprese del settore alimentare, da attuare attraverso l’immediato blocco di tutte le prestazioni straordinarie , della flessibilità e di nuovi accordi di scorrimento. Inoltre, sono previste 16 ore di sciopero articolato da effettuarsi nel mese di agosto in sede aziendale.
06 agosto 2009
Luca Fortis