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Scioperi, Garante: con la pandemia riduzione del conflitto, da 1.617 nel 2017 a 1.129 nel 2022

redazione
Giugno16/ 2023

È stata presentata a Roma la relazione annuale della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, illustrata dalla presidente Orsola Razzolini. I dati più significativi emersi dalla relazione rilevano una riduzione del numero degli scioperi in coincidenza con la crisi pandemica, passando da 1.617 scioperi effettuati nel 2017 a 894 nel 2020, 1.009 nel 2021 e 1.129 nel 2022.

Tra i motivi alla base di questa riduzione figurano i rinnovi del Contratto collettivo nazionale soprattutto nei settori dell’igiene ambientale, delle telecomunicazioni, delle pulizie e multiservizi. Inoltre, la conversione del lavoro verso le modalità smart working o “lavoro agile”, ha dato un notevole impulso ai processi di digitalizzazione già in atto. “Questo – spiega Razzolini -, da un lato, ha modificato le abitudini dei lavoratori e dei cittadini utenti dei servizi pubblici essenziali, e, dall’altro, ha comportato per le Aziende erogatrici dei servizi un grande impegno nella trasformazione dei processi produttivi e nella rimodulazione dell’offerta commerciale”.

In linea generale, scrive ancora la presidente, “può confermarsi l’efficacia dell’attività preventiva esercitata da questa Autorità. In questi sei anni, gli adeguamenti alle indicazioni della Commissione e le revoche delle azioni di sciopero susseguenti ad un invito in tal senso si sono attestati su una percentuale del 95%”. E “non v’è dubbio che l’efficacia degli interventi preventivi della Commissione, così come il basso ricorso a strumenti sanzionatori, sottendono una consolidata accettazione delle parti sociali della funzione preventiva e regolativa esercitata quotidianamente da questa Autorità”.

Guardando all’Europa, in questi ultimi mesi è stata attraversata da un’ondata di scioperi senza precedenti causata principalmente da tre fattori: crisi energetica, incertezza economica, inflazione e conseguente aumento del costo della vita. Ondata che, tuttavia, ha colpito solo parzialmente il nostro Paese, a dimostrazione del fatto che “le peculiarità del quadro normativo italiano” e “il sistema di tutele approntato contribuiscono a spiegare perché in Italia, a differenza che in altri Paesi europei, tra gli effetti di uno sciopero non possa annoverarsi la totale compromissione del servizio pubblico essenziale erogato”.

Nell’ambito degli appalti pubblici, la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali “ha avanzato alcune proposte di possibili modifiche legislative essenzialmente volte alla responsabilizzazione delle stazioni appaltanti e delle imprese leader nelle catene degli appalti, considerandole pienamente responsabili del rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori lungo la filiera e, in conseguenza, pienamente responsabili dei conflitti collettivi che scaturiscono dai loro comportamenti”.

e.m.

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