“Un compromesso ragionevole”: secondo Bernadette Ségol, leader della Ces, è questo ciò che l’Unione europea deve proporsi di raggiungere dopo il referendum svoltosi in Grecia domenica 5 luglio.
In una dichiarazione rilasciata oggi, la sindacalista francese, che guida dal 2011 la confederazione europea dei sindacati, ha affermato che “il popolo greco ha votato contro la disoccupazione, la povertà e le politiche di austerità”. Queste ultime, in particolare, hanno reso “insopportabile” la condizione debitoria della Grecia.
Adesso che il referendum si è tenuto, si profila però un pericolo che, secondo Bernadette Ségol, va assolutamente scongiurato: i greci “non devono essere penalizzati per il modo in cui hanno votato”.
Per la segretaria generale della Ces, oggi ci troviamo di fronte a “un punto di svolta nella storia dell’Unione europea”. L’Unione deve quindi riflettere con calma prima di “spingere la Grecia fuori dalla zona euro”. Piuttosto, è venuto il momento di mostrare “che cosa significhi avere un’Unione europea”. Chi dirige l’Unione ha dunque “la responsabilità storica di individuare un compromesso ragionevole”. E proprio a causa della dimensione dei problemi posti dalla crisi greca, per Ségol le decisioni che dovranno essere assunte in ambito europeo non potranno avere un carattere tecnico, né potranno essere lasciate alla responsabilità della Bce. Al contrario, dovranno essere decisioni “politiche”.
F.L.