La Lombardia consuma “oltre il 25% dell’energia elettrica nazionale e circa il 20% del gas naturale. Qui, del resto, c’è il cuore dell’industria italiana e ci sono, inevitabilmente, i maggiori consumi di energia. Oggi il prezzo unico è quasi 5 volte quello di inizio 2020, da qui a luglio è così a rischio la produzione di un’impresa del territorio su quattro ed entro un anno la produzione di più della metà delle aziende”. Lo ha sottolineato il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, nel corso del suo intervento all’assemblea dell’associazione in corso a Mind Milano.
“Abbiamo già detto che i vari decreti energia contengono misure deboli e insufficienti: serve uno sforzo in più. Un aiuto concreto arriverebbe da un tetto al prezzo del gas; occorre scongiurare razionamenti nelle forniture. E’ anche necessario aumentare la produzione di gas nazionale per garantire prezzi calmierati ai settori più energivori”, a proseguito Spada.
“La strada verso la decarbonizzazione è tracciata e non va abbandonata. Vanno ripensati i modi e i tempi della transizione ecologica. E su questo fronte, anche nel PNRR, vanno riadattati obiettivi, scadenze e risorse perché nella sua impostazione attuale non considera gli effetti dell’emergenza energetica e delle materie prime che stiamo vivendo a seguito della guerra. La nostra visione parte dal concetto della neutralità tecnologica, aperta quindi a tutte le fonti energetiche pulite Riteniamo che il cambiamento sul versante dell’energia debba necessariamente partire da qui, dalla Lombardia. E’ una responsabilità propria del mondo dell’impresa e che riguarda il futuro del nostro Paese”, ha concluso Spada.
tn