Giorgia Meloni torna ad attaccare Stellantis, nel corso del question time alla Camera. Interpellata dal parlamentera di Azione Matteo Richetti, a proposito della polemica scoppiata nei giorni scorsi, la premier ha detto: “Noi vogliamo come sempre difendere l’interesse nazionale, instaurare chiaramente un rapporto che sia equilibrato con Stellantis. Il ministro Urso ha più volte incontrato per difendere la produzione in Italia, i livelli occupazionali e l’indotto dell’automotive”.
“Se si vuole vendere un’auto pubblicizzandola come gioiello italiano allora quell’auto deve essere prodotta in Italia – ha aggiunto-: queste sono le regole con l’attuale governo e valgono per tutti”.
“Abbiamo modificato le norme da una parte incentivando chi torna in Italia e dall’altro scoraggiando chi delocalizza, che dovrà restituire ogni beneficio o agevolazione pubblica ricevuta negli ultimi 10 anni. Vogliamo tornare a produrre in Italia almeno 1 milione di auto l’anno con chi vuole investire davvero sulla storica eccellenza italiana”.
Il gruppo Fiat ha spostato la sede fiscale “fuori dai confini nazionali” e ha realizzato una operazione “di presunta fusione tra Fca e Psa, che celava in realtà un’acquisizione francese dello storico gruppo italiano, tanto che oggi nel Cda di Stellantis siede un rappresentante del governo francese e non è un caso se le scelte industriali del gruppo prendono in considerazione molto più le istanze francesi rispetto a quelle italiane. Il risultato è che in Francia si produce più che in Italia, dove siamo passati da oltre 1 milione di auto prodotte nel 2017 a meno di 700mila nel 2022, così come, secondo i sindacati, dal 2021 qui sono andati persi oltre 7.000 posti di lavoro”.
“Il gruppo automobilistico Fiat e i marchi italiani collegati rappresentano chiaramente una parte molto importante della storia industriale nazionale, sia in termini occupazionali sia in termini di ricchezza prodotta. È un patrimonio economico che merita chiaramente la massima attenzione e io penso che questo significhi anche avere il coraggio di criticare alcune scelte che sono state fatte dalla proprietà e dal management del gruppo quando sono stati distanti dagli interessi italiani, come a volte mi è capitato di fare, devo dire la verità, spesso nell’indifferenza generale”.
Infine, la premier ha avvisato: “Se si vuole vendere un’auto pubblicizzandola come gioiello italiano allora quell’auto deve essere prodotta in Italia: queste sono le regole con l’attuale governo e valgono per tutti”.