Mirafiori “deve essere rilanciata con forza”. Lo scrivono i sindacati Fim-Fiom-Uilm nella lettera inviata ai vertici di Stellantis, Carlos Tavares e John Elkann, in vista dell’incontro di lunedì a Torino con il Comune e la Regione Piemonte, sottolineando le preoccupazioni sul futuro dell’industria dell’auto nel territorio.
“Siamo consapevoli che i fasti del passato non torneremo più, ma siamo altrettanto consapevoli – spiegano i sindacati – che servano ben altri volumi produttivi rispetto a quelli che abbiamo fatto negli ultimi anni per garantire la piena occupazione degli attuali addetti e per il rilancio dello stabilimento. Ecco perché c’è bisogno di incrementare consistentemente i modelli di auto che produciamo per aumentare in modo significativo i volumi e dare così una missione a tutti i settori di Mirafiori compresi i 7 mila impiegati, ingegneri e tecnici che al suo interno lavorano”.
“A Torino sono più di 120 anni che produciamo auto. Siamo bravi – spiegano ancora i sindacati – abbiamo esperienza e competenza e siamo una delle poche città al mondo in cui sono presenti capacità e conoscenze trasversali per progettare e fabbricare auto di eccellenza di qualsiasi tipo di gamma. Avremmo quindi il piacere di incontrarla, anche perché dopo più di un anno dal suo insediamento, non abbiamo ancora avuto la possibilità di parlarci e confrontarci su questi importanti temi”.
Mirafiori, proseguono i sindacati, “è la più grande fabbrica europea con i sui 3 milioni di metri quadrati di superficie, al massimo della sua espansione lavoravano al suo interno più di 60 mila persone e ogni anno venivano prodotte centinaia di migliaia di autovetture toccando in alcuni periodi addirittura il milione di auto all’anno. Qui c’era il ciclo completo della fabbricazione: il design, la progettazione, l’ingegnerizzazione e l’assemblaggio finale con tutti i componenti, motori compresi”.
“Purtroppo, nel corso degli anni – evidenziano i sindacati – abbiamo visto il declino di questo fantastico stabilimento e siamo giunti ai nostri giorni in cui la metà degli spazi è inutilizzata, la media produttiva degli ultimi dieci anni è stata di circa 50 mila auto/anno, non fabbrichiamo più i motori e tutti i lavoratori e le lavoratrici dello stabilimento sono da anni collocati in cassa integrazione per un numero consistente di giornate a causa del calo delle produzioni. Questa situazione ha anche determinato nel corso degli anni la chiusura di numerose fabbriche dell’indotto e il conseguente licenziamento di migliaia di lavoratori e lavoratrici torinesi. Alla luce di ciò che è successo, siamo fortemente preoccupati sul nostro futuro, sulle sorti di questo importante settore e per l’economia del nostro territorio che è trainata da quella dell’auto. Queste preoccupazioni ci spingono a pensare che Mirafiori debba essere rilanciata con forza”.
E.G.