Sciopero in vista a dicembre anche per il comparto dell’industria turistica per il rinnovo del Contratto nazionale scaduto nel 2018 che riguarda oltre 200mila addetti alle dipendenze delle grandi catene alberghiere e dei tour operator. Ad annunciarlo sono i sindacati di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, che proclamano lo stato di agitazione con lo stop a qualsiasi forma di flessibilità e una manifestazione da programmare nelle prossime settimane. Inoltre, verranno indette da subito assemblee sindacali retribuite nei luoghi di lavoro per aggiornare le lavoratrici ed i lavoratori sugli esiti del confronto negoziale. “A distanza di oltre quattro anni dalla scadenza del Contratto del Turismo sottoscritto da Aica-Federturismo Confindustria – recita il comunicato sindacale unitario – le stesse associazioni datoriali firmatarie del contratto si rifiutano di arrivare ad una discussione compiuta sul salario finalizzata al rinnovo del contratto”.
“Le rivendicazioni salariali, finalizzate al riconoscimento degli incrementi contrattuali in linea con l’inflazione misurata con l’indice Ipca, sono state completamente disattese” è l’affondo dei sindacati che stigmatizzano anche il mancato rispetto di quanto convenuto con gli accordi interconfederali siglati nel 2019, che hanno previsto “un legame funzionale fra i trattamenti economici delle lavoratrici e dei lavoratori e l’indice Ipca”.
“Le trattative intercorse nei mesi scorsi – prosegue il comunicato sindacale – hanno riguardato prevalentemente aspetti normativi, sui quali permangono allo stato attuale alcune incertezze; tuttavia le organizzazioni sindacali ritengono che questo fatto non possa pregiudicare l’esito della negoziazione riguardante gli aspetti economici, sapendo che nel 2022, così come nel corso del 2023, l’inflazione ha fortemente eroso il potere di acquisto di chi lavora nel settore. Il contratto ci spetta, è l’ora dei rinnovi”, concludono Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs.
e.m.