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Ucraina, Usigrai: 10 domande alla Rai su copertura conflitto

redazione
Marzo15/ 2022

‘Usigrai, il sindacato dei giornalisti della Rai, ha chiesto all’azienda chiarimenti su alcune scelte nella copertura delle notizie dalle aree di crisi, “scelte – sottolinea in una nota l’esecutivo Usigrai – di cui non si comprendono le ragioni. Le risposte non sono mai arrivate e allora le nostre 10 domande all’azienda, questa volta le poniamo pubblicamente”.

“Continua nei programmi di rete e nei telegiornali Rai il ricorso ai freelance dalle zone di conflitto. Cosa sta succedendo? – chiede l’Usigrai – La Rai ha forse ritirato le inviate e gli inviati dall’Ucraina? Se non lo ha fatto, perché ricorre a risorse esterne? E quando si serve dei freelance li paga adeguatamente? La Rai si è accertata del fatto che freeelance e collaboratori chiamati in onda sui canali del Servizio pubblico operino con tutti gli strumenti necessari a garantire la loro sicurezza personale? E con i dipendenti, la Rai ha adottato tutte le misure previste dalle regole aziendali per i lavoratori all’estero in aree critiche e curato la necessaria formazione? Perché l’azienda non ha ancora risposto al sindacato che ha chiesto di sapere se tutti i dipendenti inviati nelle aree di conflitto avessero ricevuto prima di partire i sistemi di protezione personale e il supporto logistico? Perché la Rai non riprende le corrispondenze da Mosca, dopo che i media internazionali ed italiani sono tornati a trasmettere dalla capitale della Federazione Russa? Perché la Rai non risponde pubblicamente sulle ragioni delle proprie scelte sull’informazione da Mosca? Cosa deve ancora accadere – conclude l’Usigrai – perché i vertici della Rai capiscano che sono alla guida di un’azienda di servizio pubblico e devono spiegare le ragioni del proprio operato?”.

E.G.

redazione