L’Italia segna un divario pesante rispetto alla media europea sul tasso di attività e di occupazione e per recuperarlo avrebbe bisogno di una maggiore flessibilità anche in uscita. È quanto emerge dal rapporto annuale sull’occupazione in Europa a cura della Commissione Europea, presentato ieri dall’Isae. Secondo i dati europei l’Italia ha un tasso di
occupazione del 53,5% di dieci punti inferiore alla media
Ue e comunque molto più basso dell’obiettivo europeo del
2005 al 67%. L’obiettivo finale dell’Ue è del 70% nel 2010
di cui il 60% per le donne e del 50% per i lavoratori tra
i 55 e i 64 anni. La media dell’aumento del tasso di occupazione in Italia negli ultimi cinque anni è pari a tre
punti percentuali e analoga a quella dell’Unione. In Italia è rilevante soprattutto il gap dell’occupazione
femminile: al 2000 questo tasso era del 39,6% rispetto al
54% dell’Unione. Il differenziale con il tasso di
occupazione maschile è di 28 punti rispetto ai 18,5
europei.
Sull’occupazione tra i 55 e i 64 anni gli occupati
europei sono il 37,7% (uomini al 47% e donne al 27%). Il
dato italiano è solo del 27,8% con le donne ad appena il
15,3%. In Italia infine è molto bassa l’incidenza del lavoro a
termine. Tocchiamo infatti appena il 10% del totale degli
occupati e anche se abbiamo guadagnato tre punti in tre
anni restiamo significativamente lontani dalla media Ue
del 14,5.
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