La mano pubblica per sostenere le banche italiane. Lo ha chiesto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, secondo il quale ” a fronte del rischio che, in un contesto di elevata incertezza, problemi circoscritti intacchino la fiducia nei confronti del sistema bancario, un intervento pubblico non può essere escluso”. Il governatore ha parlato all’assemblea annuale dell’Abi, l’associazione che rappresenta le banche italiane. Nel suo intervento, Visco ha affermato che non si devono sottovalutare “i segnali di preoccupazione, il nervosismo che provengono dalla situazione dei mercati finanziari e interessano le banche italiane”. Per questo, ha proseguito, “insieme con le altre autorità stiamo agendo con determinazione per promuovere efficaci interventi di mercato”.
Negli anni passati, ha spiegato ancora Visco, i paesi che hanno utilizzato risorse pubbliche ingenti lo hanno fatto a fronte di crisi bancarie conclamate, connesse con la forte esposizione a titoli derivati, ad alto rischio e scarsa trasparenza, o con la concentrazione del credito in settori immobiliari largamente sopravvalutati. La situazione del sistema creditizio italiano, invece, non e’ stata interessata da analoghi fenomeni: l’aumento dei prestiti deteriorati, infatti, “ e’ dovuto soprattutto dalla debolezza dell’economia reale, che si è protratta fino agli ultimi anni, in un quadro normativo nel frattempo repentinamente mutato”.
“Oggi – ha aggiunto – per contenere rischi di portata generale, possono essere necessarie risposte che, in maniera lungimirante, tengano conto di queste differenze e utilizzino i margini di manovra insiti nelle regole”. Un intervento urgente e’ sollecitato, in particolare, per quanto riguarda Mps: “Le recenti tensioni che si sono pesantemente riflesse sui corsi azionari, richiedono interventi decisi, che diano in tempi brevi un segnale di inversione di tendenza, e possibili misure di sostegno”, ha scandito il governatore.
Per Visco, tuttavia, le banche italiane non stanno messe poi cosi’ male. I crediti deteriorati non rappresentano infatti un’emergenza sistemica, perche’ “gran parte delle esposizioni deteriorate si concentra in banche in buone condizioni finanziarie, nonostante gli effetti di una lunga e profonda recessione”. Il governatore ha ripercorso il tema delle garanzie che coprono le esposizioni deteriorate, ricordando come solo 15 miliardi di non performing loans, su 360 miliardi, siano in capo a banche con un coefficiente patrimoniale (Core Tier 1) inferiore al 10%. Per queste considerazioni, ha sottolineato, “non è corretto parlare del problema dei crediti deteriorati come di una emergenza per l’intero sistema bancario”. Inoltre, a riprova che il sistema e’ solido, Visco ha annunciato che presto avranno luogo altre fusioni tra istituti di credito: “L’operazione di aggregazione tra due importanti banche popolari annunciata nei mesi scorsi –ha detto -costituisce un importante test della capacità di rinnovarsi del sistema a seguito del processo di riforma, e ci si attende che altre iniziative aggregative abbiano luogo in tempi non lunghi».
Sul tema di quella che sembra una prossima ‘’ri-nazionalizzazione’’ di alcune banche, dopo l’ondata di privatizzazioni degli anni 90, e’ intervenuto anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, confermando, sostanzialmente, le parole del Governatore. Con l’Ue, ha spiegato Padoan, ‘’c’e un dialogo continuo per esplorare tutte le possibilità di intervento pubblico ammesse dalle regole europee”, e tra queste anche “l’utilizzo di aiuti di Stato”, perchè il governo “intende tutelare il risparmio”. Ma, ha precisato il ministro, “il ruolo della mano pubblica deve essere solo di natura precauzionale: il governo si sta adoperando per mettere a disposizione strumenti adeguati qualora fossero necessari”, senza dimenticare però che la strada maestra e’ sempre quella delle soluzioni di mercato, che sicuramente sono ‘’complesse’’ ma anche ‘’possibili ed efficaci’’.
Intanto, nel corso dell’assemblea Abi e’ arrivata anche la richiesta del presidente dell’Associazione, Antonio Patuelli, di modificare la normativa sul bail in, perche’ in contrasto con la Costituzione italiana. Del resto, ha aggiunto, “innovative iniziative private come il fondo Atlante e il rinnovato ramo volontario del fondo interbancario, con interventi preventivi, partecipativi e non più a fondo perduto, prevengono i rischi di altre eventuali (e più costose per tutti) risoluzioni e respingono ogni ipotesi di bail-in”. Ma secondo il numero uno di Palazzo Altieri occorre “un calmiere anche per l’onerosità a carico delle banche per la contribuzione ai numerosi fondi anche obbligatori europei, soprattutto a quelli ai quali l’Italia non ricorre”.
N.P.