Le chiediamo di intervenire per dare una svolta forte e chiara nella direzione nel rispetto degli accordi e degli impegni istituzionali”. E’ la richiesta delle Rsu dell’ex stabilimento Whirlpool di Napoli contenute in una lettera fatta consegnare al presidente del Consiglio, Mario Draghi, oggi in città per la firma del Patto per Napoli. “Sono passati più di 1.000 giorni dall’inizio della vertenza e più di 8 mesi dal nostro incontro a Santa Maria Capua Vetere in cui ci garantì un interessamento sul dossier della Whirlpool”, scrivono le rappresentanze sindacali di Fim, Fiom e Uilm. “In quel momento la situazione, seppur difficile, non era drammatica come oggi – ricordano -; nonostante la pandemia i lavoratori di Napoli avevano lavorato durante il lockdown, ma la Whirlpool non intendeva fare marcia indietro sulla chiusura dello stabilimento e purtroppo il Governo decise di porre fine al blocco dei licenziamenti e, come noi le rappresentammo, l’azienda dopo qualche giorno decise di far partire le procedure di licenziamento che né il ministro Giorgetti, né il ministro Orlando sono riusciti a bloccare”. “Dopo qualche mese – continuano i sindacati – il Governo ci presentò una proposta di reindustrializzazione del sito di via Argine legato alla realizzazione di un hub per la mobilità sostenibile di livello nazionale, criticando la nostra richiesta di insistere sul far retrocedere la multinazionale, perché questo progetto era in stato avanzato e ci si lavorava già da un anno con Invitalia, e conteneva all’interno presenze di imprenditori quotati in borsa per cui non si potevano fare i nomi, ma si trattava di investitori di primo livello. A dicembre sono scattati i licenziamenti e ci venne assicurato che per il 15 febbraio avremmo avuto un piano industriale per dare continuità professionale (tralasciamo le garanzie profuse di continuità occupazionale) e piena occupazione ai lavoratori del Bacino Whirlpool e garantendo un percorso di formazione unitario”.
Ad oggi, prosegue la lettera delle Rsu dello stabilimento ex Whirlpool di Napoli, “abbiamo avuto finalmente la presentazione di qualche iniziativa imprenditoriale che guarda all’innovazione tecnologica e alla smart mobility, ma di quelle aziende innominabili nessuna è venuta al tavolo per presentare i progetti paventati. Il 13 aprile prossimo il Governo ha riconvocato il tavolo, ma registriamo una sostanziale differenza tra quanto oggi ci viene presentato e quanto era stato più volte ribadito come impegno per una vertenza fortemente simbolica e significativa per il Mezzogiorno, il rilancio dell’industria, la incapacità a trattenere gli investimenti delle multinazionali e il contrasto alla illegalità e alla criminalità in aree difficili del Paese”.
Le tute blu continuano: “La Whirlpool continua a garantire di voler cedere a prezzo simbolico lo stabilimento a chi si impegna a rioccupare i lavoratori di Napoli, (nel frattempo aumenta l’occupazione in altri siti italiani), il consorzio, che dovrebbe acquistare il sito, ancora non è costituito e, nonostante i fondi del Pnrr oggi a disposizione, non si riesce ad individuare una proposta forte che dia risposta a tutti i lavoratori, unitariamente, nel sito storico di via Argine, in cui dimostrare che la legalità e il rispetto delle istituzioni vincono e possono ripartire, dopo una lotta determinata, ma sempre civile e sotto gli occhi di tutto il Paese”, concludono. I lavoratori dello stabilimento ex Whirlpool di Napoli concludono rivolgendosi al presidente Draghi “per l’autorevolezza e perché riteniamo che chi come lei ha il senso delle istituzioni consideri quanto sia importante, dopo tante promesse e garanzie politiche ed istituzionali, dare una risposta all’altezza, ringraziandola sin d’ora per l’attenzione e la disponibilità”.
E.G.