Cgil, Cisl e Uil scenderanno in piazza il 2 giugno: è la prima volta nella storia d’Italia che la festa della repubblica viene celebrata con una grande manifestazione sindacale. Alla base di questa scelta, hanno spiegato Susanna Camusso, Raffale Bonanni e Luigi Angeletti nel corso di una conferenza unitaria, è la volontà di sottolineare con forza l’articolo 1 della nostra Costituzione: l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Lo scopo della manifestazione, infatti, è cambiare la politica di un governo che, in nome del pareggio di bilancio, sta sacrificando il lavoro.
La manifestazione si terrà nel pomeriggio, in modo da non coincidere con le manifestazioni ufficiali delle giornata. Nell’occasione, Cgil, Cisl e Uil presenteranno le proprie proposte unitarie, alternative a quelle del governo, per uscire dalla crisi.
Nel corso della conferenza stampa, il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ha detto “che è finita l’epoca in cui si pensava che si potessero fare i soldi facili escludendo il lavoro”. Allo stesso tempo, ha aggiunto,”bisogna combattere l’idea che il lavoro possa essere la vittima sacrificale per uscire dalla crisi”. In particolare, secondo il sindacalista, la riforma delle pensioni, quella del mercato del lavoro e la politica fiscale del governo hanno avuto un impatto drammatico sui lavoratori e hanno aggravato la recessione. L’obiettivo, ha sostenuto, è quello di ‘’convincere o costringere’’ il governo a cambiare politica. Servono, ha detto, “più politica industriale, una riduzione del cuneo fiscale e una riforma fiscale che faccia pagare di più ai più ricchi. Se lavoratori e pensionati sono più poveri – ha aggiunto- i consumi diminuiranno sempre di più e la crescita del Pil dipenderà solamente dalle esportazioni che da sole non garantiscono un’uscita dalla recessione”. Per Angeletti se “lo Stato non sa più garantire chance ai suoi cittadini ha fallito”.
Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, ha detto di avere simpatia per quei sindaci che si oppongono all’Imu, che ha definito “una patrimoniale dei poveri”. Inoltre, ha aggiunto, ‘’questa tassa uccide il settore dell’edilizia privata, che insieme a quella pubblica, rappresenta un settore anticiclico’’. Anche le accise sulla benzina, ha detto, rappresentano un vero errore. Bonanni ha poi denunciato l’atteggiamento dell’esecutivo Monti, ‘’che considera la concertazione una perdita di tempo’’. In verità, ha sottolineato, è vero il contrario perché “quando c’è concertazione c’è trasparenza, è quando manca che lobby di ogni genere possono agiscono in segreto”. Il sindacalista ha concluso il suo intervento dicendo che è necessario ridurre il debito pubblico, ma che questo va fatto riducendo gli sprechi.
Infine, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha ricordato che “non era mai accaduto che i sindacati manifestassero il 2 giugno e che è stata scelta questa data proprio perché siamo vicino al punto di rottura”. La crisi è così grave, ha detto, “che o si cambia rotta subito o sarà troppo tardi”. Spesso, ha aggiunto, si dice che “l’Ue non ci permette di cambiare politica, ma questo non è vero: l’Unione europea non ci vieta di fare una patrimoniale, di non destinare i prestiti della Bce alla banche italiane al credito per gli imprenditori, o di non fare un accordo simile a quello raggiunto tra Germania e Svizzera per tassare i capitali esportanti illegalmente nel paese elvetico”. Inoltre, ha aggiunto, la vittoria di Hollande in Francia dimostra che anche le attuali richieste dell’Europa potrebbero essere modificate.
Luca Fortis