Le tecnologie digitali e la continua richiesta di nuove competenze da parte del sistema produttivo stanno modificando il mercato del lavoro. Per far fronte a queste esigenze e favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, il Centro studi Incontra propone un nuovo modello di Ccnl in cui la tradizionale classificazione del personale per mansioni viene superata a favore di quella per competenze. Un contributo di estremo interesse che rientra in quella “contrattazione di qualità” che sta innovando il modello classico della contrattazione collettiva.
Afferma il presidente Salvatore Vigorini: “E’ impensabile che i contratti collettivi restino ancorati a un modello di classificazione obsoleto. Il passaggio da una classificazione per mansioni a una per competenze è in sé una vera rivoluzione che andrà a vantaggio sia delle imprese, che potranno valutare in maniera più dettagliata ed efficace le figure professionali da acquisire, sia dei lavoratori, la cui esperienza e le cui attitudini verranno meglio spese. Puntando sulla formazione continua e su un rinnovato ruolo dei fondi interprofessionali – il riferimento qui è a Fonarcom, il fondo interprofessionale di Cifa e Confsal – sarà possibile progettare interventi di riqualificazione e di riconversione professionale, supportare i processi di selezione e collegare capacità e competenze a sistemi di progressione economica, a favore dell’intero sistema economico, produttivo e sociale”.
A collaborare con il Centro studi è il Dipartimento di Management della Facoltà di Economia di Sapienza Università di Roma. Afferma la ricercatrice Chiara Meret: “L’idea del Centro studi di istituire un osservatorio permanente per la mappatura di competenze e per l’evoluzione e la nascita di nuovi profili di ruolo non solo si combina con gli standard nazionali ed europei ma garantisce il costante aggiornamento del sistema di classificazione del personale. Con l’istituzione di un tavolo tecnico di confronto nazionale, stiamo lavorando a un modello trasversale, valido sia per i settori più tradizionali sia per quelli più innovativi, in particolare il settore ICT e delle nuove tecnologie”.
Secondo il professor Mauro Gatti, ordinario di Organizzazione aziendale alla Sapienza, “investire in conoscenza e competenze è sinonimo di innovazione, crescita, produttività, miglioramento dei processi. A livello sistemico questo ha un impatto sull’intera società”.
TN