Investimenti in risparmio energetico per due famiglie su dieci. Nel corso degli ultimi cinque anni, il 22% delle famiglie ha effettuato investimenti in denaro per ridurre le spese energetiche, sostituendo apparecchi ed elettrodomestici con modelli più efficienti o isolando termicamente l’abitazione. E’ quanto emerge dal report dell’Istat “Popolazione e ambiente: preoccupazioni e comportamenti dei cittadini in campo ambientale” relativo al 2014.
Nel corso degli ultimi cinque anni le famiglie che dichiarano di aver effettuato investimenti in denaro per ridurre le spese energetiche sono il 54% per quel che riguarda le spese per l’energia elettrica, il 20% per le spese di riscaldamento dell’abitazione, il 15% per il riscaldamento dell’acqua e il 10% per il condizionamento.
La necessità di ridurre le spese energetiche “è da porre in relazione con il recente complessivo peggioramento delle condizioni economiche delle famiglie”, ha osservato l’Istat. Nondimeno, l’efficientamento energetico rappresenta un tema di grande attualità, strettamente correlato all’esigenza di riduzione dei consumi energetici, come strumento per garantire la sostenibilità energetica e per agire sul contenimento dell’inquinamento atmosferico e, di conseguenza, del cambiamento climatico.
Il maggior contributo sul fronte dell’efficientamento del settore residenziale proviene dal Nord-ovest e dal Nord-est (rispettivamente, 25 e 24 famiglie su 100); il minore dal Meridione (18,2%). Le regioni che mostrano la maggiore propensione ad effettuare investimenti per aumentare l’efficienza energetica sono Liguria (circa 34%), provincia di Trento (33,5%), Valle d’Aosta, Lombardia e Piemonte (tutte 32%) ed Emilia Romagna (31%). Gli investimenti sono ancora contenuti, invece, in Sicilia (17,3%), Abruzzo (23%) e Puglia (23%).
Calano, invece, gli investimenti industriali per la protezione dell’ambiente. Nel 2013 la stima della spesa per investimenti ambientali realizzata dalle imprese dell’industria in senso stretto è risultata pari a 1.391 milioni di euro, in calo del 16,9% rispetto al 2012 (1.674 milioni di euro).
La diminuzione è il risultato di dinamiche differenti sotto il profilo dimensionale: la spesa è cresciuta dell’8,6% (416 milioni di euro nel 2012) nelle piccole e medie imprese, mentre è diminuita del 25,4% (1.258 milioni di euro nel 2012) nelle imprese con 250 addetti ed oltre.
Per realizzare impianti e attrezzature di tipo end-of-pipe sono stati impiegati 958 milioni di euro (-16,3%) mentre la spesa per impianti e attrezzature a tecnologia integrata ammonta a 433 milioni di euro (-18,1%). Sul totale degli investimenti fissi lordi realizzati dalle imprese quelli per la protezione dell’ambiente incidono per il 4,2%; gli investimenti ambientali per addetto risultano pari a 358 euro (-14,6%).
Quasi un terzo della spesa (31,2%) è destinato alle attività raggruppate sotto la voce Altro (protezione e recupero del suolo e delle acque di falda e superficiali, all’abbattimento del rumore, alla protezione del paesaggio e protezione dalle radiazioni e alle attività di ricerca e sviluppo finalizzate alla protezione dell’ambiente).
Nell’industria manifatturiera, in particolare, la stima del peso degli investimenti ambientali sul totale degli investimenti fissi lordi realizzati dal settore è risultata pari al 2,9%, quota in crescita rispetto al 2,4% del 2012.