Oggi, mercoledì 18 novembre, dopo le assemblee unitarie in Alenia a Torino e Caselle i lavoratori si sono fermati per 1 ora e mezza di sciopero manifestando in corso Francia a Torino e vicino alla tangenziale a Caselle: la mobilitazione ha visto un’altissima partecipazione con punte del 100% in alcuni reparti.
Le iniziative si collocano all’interno della difficile trattativa che si sta svolgendo da settembre in Confindustria a Roma, sulla definizione di un nuovo contratto integrativo del nuovo gruppo Finmeccanica, che vedrà la sua nascita all’inizio dal 1 gennaio del 2016.
“La fase della trattativa sta evidenziando la volontà del gruppo di ridurre i salari con una diminuzione dei premi di risultato – sottolinea il responsabile Alenia per la Fiom-Cgil di Torino Claudio Gonzato -, a cui si aggiunge l’intenzione di applicare su molti istituti legati al salario, quali lo straordinario e le maggiorazioni turno, esclusivamente il contratto collettivo, azzerando in un sol colpo anni di contrattazione aziendale”.
“Oltre a questo – prosegue la nota – l’azienda ha chiesto di poter avere mano libera, in conseguenza di eventuali improvvisi aumenti di lavoro, nell’utilizzo dell’orario plurisettimanale con possibilità di lavorare sabati e domeniche riducendo al tempo stesso le maggiorazioni per lo straordinario. Infine si vuole riservare, nella riorganizzazione delle aziende del gruppo, di poter trasferire i lavoratori nei siti dove si intende concentrare le produzioni più significative, senza accordo sindacale”.
“I lavoratori dopo le assemblee unitarie con lo sciopero hanno voluto lanciare al tavolo nazionale il segnale che non resteranno immobili di fronte a scelte unilaterali da parte dell’azienda che intendano ridurre il salario, limitare la contrattazione sugli orari di lavoro e introdurre la possibilità di trasferimenti senza l’assenso del lavoratore. La fase è molto delicata, la risposta avuta oggi da parte dei lavoratori è chiara e univoca: non sono disponibili a cancellare anni di lotte e di contrattazione aziendale”, conclude la nota.