“Le soluzioni prospettate dal Governo alla questione relativa alla mobilità del personale delle Province, attraverso gli emendamenti presentati alla legge di stabilità, appaiono insoddisfacenti e destinate a creare numerose e gravi criticità”. Lo afferma il delegato dell’Associazione nazionale dei comuni italiani alla pubblica amministrazione, Umberto Di Primio, che osserva: “Con specifico riferimento al comparto delle autonomie locali, si determina il sostanziale blocco del reclutamento dall’esterno nel biennio 2015-2016, riservando le quote di turn-over disponibili alla ricollocazione del personale soprannumerario interessato dai processi di mobilità, con la sola eccezione costituita dai vincitori di concorso collocati in graduatorie già vigenti o approvate”.
“L’Anci -fa notare il delegato- ha presentato alcuni sub-emendamenti finalizzati ad attenuare le questioni maggiormente problematiche. In primo luogo occorre chiarire che la mobilità del personale delle Province che, a seguito delle procedure tracciate dagli emendamenti governativi, risulterà soprannumerario, dovrà avvenire verso gli altri comparti (e quindi anche verso le amministrazioni centrali dello Stato) con pari criteri: nel disegno governativo è invece previsto che la stessa avvenga prioritariamente verso gli Enti territoriali, e solo in subordine verso le amministrazioni dello Stato, le Università, le agenzie e gli enti pubblici economici, prevedendo per questi numerose deroghe”.
“Dobbiamo prendere atto che il Governo ha deciso su una questione così delicata senza alcuna forma di consultazione con i Comuni. Il ridisegno delle dotazioni organiche di Province e Città metropolitane avrebbe dovuto procedere di pari passo con la riallocazione presso gli altri livelli di governo delle funzioni attualmente esercitate dalle Province: logica e buonsenso avrebbero voluto che i due processi procedessero in parallelo, come peraltro espressamente stabilito dalla legge Delrio. La decisione di blindare il turn-over dei Comuni, oltre a contraddire i frequenti richiami all’esigenza di attuare un ricambio generazionale anche a livello di amministrazione locale – prosegue Di Primio – finisce per comprimere in modo inaccettabile il margine di autonomia organizzativa, già esiguo, di cui i Sindaci dispongono per attuare efficaci politiche per il personale. Mi auguro che le proposte dell’Anci vengano accolte nell’ambito dei lavori parlamentari sul disegno di legge di stabilità”.