“Il problema dell’economia italiana non è l’articolo 41 della Costituzione, oggetto di una proposta di modifica da parte del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per favorire la crescite economica”. A sostenerlo è il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, che ha commentato l’iniziativa del premier a margine di un incontro a Sesto San Giovanni (Milano). “Quello di cui ha bisogno la nostra economica – ha spiegato – è una riduzione della burocrazia, poiché in Italia ci sono regole inutili e di gran lunga più vessatorie di quelle che ci sono negli altri paesi europei e tutto ciò non c’entra con l’articolo 41 della Costituzione”. “Nel nostro Paese – ha proseguito il leader sindacale – c’è una stratificazione del potere politico che non ha eguali al mondo, dalle comunità montane in su chiunque ha potere di veto o di aprire trattative su attività economiche”.
Al di là dunque della questione sollevata dal premier sull’articolo 41, secondo Angeletti occorre, “eliminare molti livelli politici, a cominciare dalla province, che sono di una inutilità fondamentale”. “In Italia – ha proseguito – abbiamo 131 mila persone elette a cariche pubbliche e ognuna ne nomina almeno altre 5 a livelli non elettivi, creando un apparato che non esiste neanche in Cina o nella vecchia Unione Sovietica”. Per risolvere il problema il sindacalista ha citato Winston Churchill: “servono la metà delle persone pagate la metà”. Quanto al federalismo, invece, secondo Angeletti, “il Ddl può funzionare, l’unica cosa che preoccupa è che a forza di mediare l’obiettivo del federalismo di avere servizi pubblici meno cari possa saltare perché, per evitare tagli ai costi della politica, si aumentano ulteriormente le tasse”. (LF)