La locomotiva d’Italia ”ha tenuto”: ”siamo rimasti in partita”, dice Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, alla platea dell’assemblea generale. Effettivamente, i dati che snocciola nel suo intervento sono abbastanza buoni rispetto alla ripresa che c’è, e che verrà ancor più – si suppone, si spera – nei prossimi mesi, anche grazie al Pnrr e al governo Draghi. Governo al quale Spada riserva l’unico passaggio politici della sua relazione, un passaggio netto, ma che contiene anche un avvertimento rispetto a qualcosa che, forse, gli imprenditori temono possa avvenire. Dice infatti Spada: “Al Governo devono essere dati il tempo e il sostegno necessari per realizzare questo imponente lavoro di riforme. Sarebbe sconsiderato qualsiasi tentativo di fare deragliare un Governo che, grazie al Presidente Mario Draghi, gode in Europa di prestigio e autorevolezza. Apprezziamo di questo Governo la prudenza e al tempo stesso la fermezza con cui le decisioni vengono prese e non rinviate”. Un appoggio totale, dunque, ma nello stesso tempo una difesa preventiva nei confronti di chiunque si metta di traverso, o lamenti lentezze nell’attività di governo. ”Noi ci siamo”, dice ancora Spada, ”insieme possiamo ripartire”.
Milano e la Lombardia non ripartono da zero, comunque. “Dopo avere passato una crisi difficile, e più violenta che altrove, l’industria dei nostri territori mostra un recupero significativo”, dice infatti Spada. I dati: il calo dell’export della Lombardia nel 2020 (-10,6%) registra valori sostanzialmente analoghi a quelli delle regioni di riferimento; nel primo trimestre di quest’anno la produzione manifatturiera in Lombardia è cresciuta dell’8,7% rispetto allo stesso periodo del 2020, anche se resta un gap di 2,3 punti percentuali sul 2019: “un divario inferiore rispetto al 3,4% dell’intera Italia, ma più ampio rispetto ai benchmark europei. Il gap del Baden-Württemberg è solo dell’1,6%, quello della Catalogna è dell’1,2%. Sono questi i territori con cui dobbiamo confrontarci”.
La crisi ha avuto un effetto pesante anche sull’occupazione. In Lombardia, tra gennaio e marzo 2021 gli occupati sono scesi di 193mila unità, rispetto a un anno prima. Nella fascia di età tra i 14 e i 24 anni, il tasso di occupazione è del 21%: “un dato impressionante in sé e nel confronto con le regioni tedesche della Baviera e del Baden-Württemberg, dove il tasso di occupazione è superiore al 50%”, chiosa Spada. Un dato positivo, invece, è quello sull’occupazione femminile a Milano, che con un calo pari allo 0,7% delle occupate, contro quello maschile dell’1,8%, “rappresenta una tendenza opposta a quella nazionale”.
Ora anche il lavoro dovrà ripartire, e le premesse sarebbero buone, ma ci sono alcuni ostacoli che preoccupano gli imprenditori. “In una situazione così difficile, non aiuta un mercato del lavoro ingessato per troppo tempo dal blocco dei licenziamenti, avverte il presidente di Assolombarda: “Sia chiaro, noi imprenditori non vogliamo il far West. Vogliamo regole intelligenti e vorremmo che si consolidasse il metodo del confronto continuo con le parti sociali”. La soluzione sta nell’accelerare sulla riforma degli ammortizzatori sociali, delle politiche attive e della formazione professionale: i veri punti nodali per garantire l’occupabilità delle persone, per Spada, che porta un esempio concreto: “fra giugno e agosto le imprese dei nostri territori avranno bisogno di assumere 130mila persone. Tuttavia, le imprese incontrano difficoltà. In alcuni casi mancano i candidati, in altri sono inadeguati rispetto alle esigenze. Dobbiamo colmare questo divario. Occorre investire nella collaborazione tra mondo delle imprese e della formazione e valorizzare le Agenzie private per il Lavoro. Il PNRR impegna 1,5 miliardi nei prossimi 5 anni per raddoppiare il numero degli attuali iscritti agli ITS. Ma noi, insieme a Confindustria, chiediamo che da qui al 2026 il numero degli iscritti salga di almeno sei volte”.
Quanto al Pnrr nel suo complesso, per Assolombarda sono tre le direttrici sui cui capitalizzare l’investimento del Piano: la formazione, la digitalizzazione e le infrastrutture. Poi la politica: Spada chiede ai partiti di “approfittare di questa condizione del tutto particolare per avviare anch’essi una loro rigenerazione. Abbiamo bisogno di quella politica capace di visione, di mediazione tra interessi, capace di costruire – nel rispetto delle differenze – coesione sociale e senso di appartenenza”. Perché “è dovere delle classi dirigenti cogliere le opportunità che il Pnrr offre, e alle istituzioni dico che noi come imprenditori ci siamo”.
Nunzia Penelope