Si infittiscono le prese di posizione delle strutture confindustriali a favore di questo o quel candidato alla presidenza. Dopo i Giovani, che stamattina hanno annunciato il loro voto per Vincenzo Boccia, anche la Basilicata si è espressa a favore dell’ex presidente della Piccola Industria: ‘’uomo che ha una approfondita conoscenza del sistema e una lunga militanza associativa”.
“Il nostro sostegno a Boccia – afferma Michele Somma, presidente di Confindustria Basilicata – nasce dalla forte convinzione che possa rappresentare e valorizzare al meglio le potenzialità del tessuto imprenditoriale meridionale, attraverso la programmazione e realizzazione di attività che accorcino quel gap che, da tempo, penalizza il Sud. Vincenzo Boccia – continua Somma – è un “uomo del fare”, che punta su valori come identità, meritocrazia, responsabilità sociale di impresa. Si farà portavoce, grazie anche alla sua riconosciuta esperienza e competenza su dossier importanti quali, ad esempio, il credito e il fisco, delle esigenze di tutti gli imprenditori, aprendo un dialogo e un confronto costruttivo con il Governo ed elaborando strategie di crescita delle imprese del Mezzogiorno, finalizzate a supportarne la competitività ma anche l`apertura a mercati internazionali”.
È invece a favore di Alberto Vacchi l’Unione Industriali di Varese. Una decisione, spiega una nota, presa all’unanimita’, in quanto ‘’figura che soddisfa una caratteristica ritenuta fondamentale dall`Unione Industriali per ricoprire la carica di Presidente di Confindustria, ossia quella di una forte esperienza e conoscenza nel e del Sistema, con una attitudine al costante miglioramento e adattamento al nuovo che avanza dell`associazionismo datoriale di cui Vacchi potrà farsi interprete a livello nazionale, a vantaggio di tutto il Sistema Confindustria”. Dunque, sara’ Vacchi il nome che il presidente dell’Unione di Varese, Riccardo Comercio, annuncera’ alla Commissione dei Saggi nei prossimi giorni, dando cosi mandato ai propri rappresentanti in Consiglio generale di Confindustria di convogliare i voti del 31 mazro sul prescelto.
Non è ancora sciolto, invece, il nodo del Triveneto, dove manca una posizione unanime su un nome. E non è affatto escluso che non la si trovi affatto. Del resto, come ha detto il vicepresidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro, ‘’l’unita’ della candidatura non e’ un valore assoluto, le divergenze possono anche non essere negative. L’unitarieta’ sarebbe importante, ma non e’ indispensabile’’. I grandi elettori del Triveneto contano in Consiglio Generale ben 33 voti, e dunque possono fare la differenza. L’obiettivo, al momento, è quello di individuare una rosa di nomi graditi da proporre come vicepresidenti ai vari candidati. Ma, come precisa il presidente del Veneto Roberto Zuccato, “Non stiamo barattando una vicepresidenza, ma cerchiamo una posizione comune come Triveneto all’interno della quale proporre una lista di quattro, cinque persone più adatte in termini di esperienza e competenze”.