La multinazionale finlandese Outokumpo ha confermato l’intenzione di vendere l’Ast di Terni. L’acciaieria era stata venduta pochi mesi fa dalla Thyssenkrupp che ha ceduto l’intera produzione dell’Inox.
Marco Bentivogli, segretario nazionale Fim Cisl cosa è accaduto?
Terni è vittima del comportamento ideologico della Ue.
In che senso?
Dopo la cessione di tutto il comparto dell’Inox della Thyssenkrupp i finlandesi avevano annunciato l’intenzione di valorizzare in particolare due siti, uno in Finlandia e l’altro era proprio l’Ast di Terni. Ma poi è intervenuto l’antitrust europeo che ha chiesto la cessione di alcuni stabilimenti per evitare posizioni dominanti. Outokumpo ha quindi proposto la cessione di un sito in Svezia, ma alla Commissione non è bastato.
Da qui la decisione di cedere Terni?
Sì, una scelta del tutto anacronistica. L’Unione Europea vorrebbe tre grandi produttori continentali in equilibrio tra loro. Ma non capisce che probabilmente l’Ast verrà venduta a qualche industria del sud est asiatico. Imprese che a livello mondiale, al contrario di quelle europee, hanno sì posizioni dominanti e che hanno libero accesso ai nostri mercati. Per garantire un equilibrio fittizio si vendono le imprese a competitor extra Ue molto più forti di noi. Un completo non senso.
Secondo lei cosa spinge l’anti-trust europeo a prendere queste decisioni?
L’Europa sembra essere vittima di lobbies tedesche e nordiche che finiscono per anteporre interessi particolari a quelli generali.
Ma in queste decisioni il governo italiano ha qualche peso?
Direi proprio di no.
Qualcosa sta cambiando?
Abbiamo chiesto al governo di aprire un tavolo sulla siderurgia visto la profonda crisi del settore. Basti pensare alla situazione dell’Ilva o di Piombino. Il sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti, ha aperto alle nostre richieste e ha annunciato l’apertura di un tavolo a breve.
Cosa chiedete a Outokumpo?
Per prima cosa di non vendere Terni a pezzi come sembra essere intenzionata a fare. L’azienda ha annunciato che si terrà la linea Ba2 e la Società Tubificio. E’ una decisione inaccettabile perché indebolirà molto lo stabilimento.
Prima che intervenisse l’Ue eravate contenti dell’acquisizione del sito da parte del gruppo finlandese.
Certamente, Outokumpo produce energia e possiede miniere. Aveva tutti i requisiti per garantire la continuità produttiva di Terni. Inoltre, aveva presentato un piano in cui prevedeva una forte espansione dell’attività dell’Ast. Era la prima volta in trenta anni in cui una fusione non depotenziava la produzione del nostro paese.
Luca Fortis