“E’ una legge di bilancio a tempo. Giustamente hanno concentrato due terzi degli interventi sul caro-energia, ma solo sino al 31 marzo. Bisognerà capire cosa succederà dopo. Oggi la legge di bilancio è prudente sui saldi, lo apprezziamo. Ma il primo aprile cosa succede?”. Lo afferma, in una intervista alla Stampa, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi commentando la manovra presentata ieri dalla premier Giorgia Meloni.
Secondo Bonomi “sulla manovra pendono tre incognite. La prima è il tempo, la sua durata, cose a cui nessuno sembra pensare. Poi c’è la politica: è evidente che sono state prese decisioni per accontentare le diverse anime della maggioranza e questo viene prima delle vere urgenze del Paese. La terza è mancanza di visione. Sulla lotta alla povertà, come su occupazione e produttività”. Agli imprenditori, spiega, “preme” “lavorare sul Pil potenziale e la crescita del Paese” e non “prendere in tanto micro-decisioni e spostare tutto avanti di tre mesi”, certo “è un bene che si sia tenuta la barra dritta sulla finanza pubblica”.
La fine del reddito di cittadinanza “è un annuncio… Si è preso tempo senza dire come intervenire per alzare l’occupabilità” mentre “sul cuneo non si fa un intervento decisivo – aggiunge -.
Il mini-taglio aggiuntivo vale 46 euro lordi in più al mese ai dipendenti con meno redditi. Poco più di nulla. Serviva un taglio energico. La politica non si è assunta la responsabilità di farlo e coprirlo ma offre nuovi forfait alle partite Iva. I soldi ci sono… Se si fosse voluto incidere si sarebbero trovati i mezzi”. Quanto al fisco, ricorda Bononi, “una vera riforma del fisco deve essere organica, deve comprendere Irap, Ires e Irpef” mentre “in Italia si interviene solo e sempre a margine dei tributi esistenti” e “l’estensione della aliquota piatta si valuta in circa 300 milioni aggiuntivi. Il contro 2023 salirebbe così a 2,5 miliardi. Avremmo potuto tagliare il cuneo fiscale di un altro punto e mezzo”.
tn