“Si fa un gran parlare di come utilizzare i 209 miliardi che arriveranno dall’Europa. Ma le riforme necessarie per riuscire a spendere in modo efficace queste risorse, a oggi, non sono state nemmeno impostate. A partire da quella del lavoro, la più urgente. E poi fisco e burocrazia. La verità è che per il governo la fase 2 non è ancora iniziata”. E’ quanto ha dichiarato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in un’intervista al Corriere della Sera. “Il governo al momento è ancora troppo attendista”.
Sul lavoro, ha sottolineato Bonomi, “non è il momento dello studio ma delle decisioni. Anche nel merito poi si sta andando nella direzione sbagliata. Su 100 euro spesi per il lavoro l’Italia ne mette 98 per le politiche passive e 2 per quelle attive – ha proseguito – Ma non c’è alcuna intenzione di mettere mano a questa situazione. Anzi: si vara uno scostamento di bilancio da 25 miliardi per distribuire altre risorse a pioggia”.
Sul prolungamento del blocco dei licenziamenti, il leader degli industriali osserva: “Più tardi verrà eliminato e peggiore sarà l’impatto”. E sulla decontribuzione per chi assume dice: “Non scherziamo. Lei vede qualcuno oggi interessato ad assumere se col divieto di licenziamenti non può ristrutturare? Al danno dell’impianto attuale degli ammortizzatori si aggiunge la beffa”.
In merito ai rapporti con Cgil, Cisl e Uil, il numero uno degli industriali ha spiegato che se il confronto dopo il Patto per la Fabbrica non abbia portato a un nulla di fatto “non certo per nostra responsabilità. Sono stati i confederali a interrompere il confronto. In certi momenti è come se Confindustria avesse sulle spalle, da sola, la tutela di persone e lavoro”.
Per quanto riguarda i contratti ancora da rinnovare, Bonomi ha sottolineato il meccanismo sbagliato che è stato alla base dei rinnovi passati. “Rinnovando i contratti come si è sempre fatto – ha spiegato – agganciando le retribuzioni all’inflazioni in alcuni casi dovrebbero essere i dipendenti a restituire parte degli aumenti. I contratti vanno rinnovati introducendo parametri adeguati al contesto, la produttività in primis”. Per il presidente di Viale dell’Astronomia gli aumenti dovrebbero essere decisi dalla contrattazione aziendale.
TN