Dal rapporto Caritas “Vasi comunicanti” su povertà ed esclusione sociale emerge che gli italiani costituiscono la maggioranza dell’utenza che si rivolge ai centri Caritas per i poveri, soprattutto nel meridione.
In particolare, nel corso del 2015 le persone incontrate nei centri inclusi nella rilevazione sono state 190.465 (in media circa 115 persone a centro). Il 44,8% ha fatto riferimento a servizi collocati nelle regioni del Nord, il 32,2%a CdA (centri di ascolto) del Centro e il 23,0% a strutture del Mezzogiorno.
Il Rapporto precisa che il forte sbilanciamento dell’utenza verso i servizi del Settentrione non rispecchia l’incidenza della povertà in Italia, ma è probabilmente ascrivibile da un lato alla maggiore ricettività e dimensioni dei centri di queste zone rispetto a quelli del Sud, dall’altro alla più alta percentuale di presenze straniere che nel Settentrione hanno fatto riferimento alle Caritas diocesane.
Gli stranieri al Nord rappresentano il 64,5% delle persone ascoltate (a livello nazionale il 57,2%); nelle regioni del Mezzogiorno al contrario sono gli italiani a costituire la maggioranza assoluta del totale.
Emergono quindi due diversi profili di povertà: un Nord e un Centro per i quali il volto delle persone aiutate coincide per lo più con quello degli stranieri; un Mezzogiorno più povero e con una minor incidenza di immigrati, dove a chiedere aiuto sono prevalentemente famiglie di italiani. Anche le regioni del Centro-Nord, tuttavia, nel corso degli anni hanno registrato un vistoso aumento del peso degli italiani.