Matteo Cernigoi, segretario generale dell’Ugl Trieste, avete incontrato il neo sindaco di Trieste Roberto Cosolini in campagna elettorale?
Sì, abbiamo organizzato un incontro con gli impiegati pubblici a cui abbiamo invitato tutti i candidati. Abbiamo scelto questi lavoratori perché da anni non si riesce a rinnovare il contratto del comparto unico del Friuli Venezia Giulia. Trieste essendo la città maggiore della regione avrà un peso notevole nella vertenza.
Che impressione avete avuto del sindaco?
Positiva. Intanto il candidato del centro destra non si è nemmeno presentato all’assemblea, mentre Cosolini sì. Inoltre il neo sindaco è sembrato attento alla vertenza e le promesse che ci ha fatto al riguardo non sembrano un libro dei sogni, ma progetti concreti e fattibili. Devo anche aggiungere che durante la campagna ha saputo elettorale andare oltre gli schieramenti ideologici tanto radicati in città.
Quale è il primo problema che il sindaco dovrà affrontare?
È senza dubbio la crisi del porto. Da anni soffre del calo del traffico dovuto in parte alla concorrenza di Venezia e del porto di Capodistria e in parte per un sistema di tariffe giudicato da molti troppo oneroso. Come sindacato chiediamo che si investa sulla piattaforma logistica e si renda nel complesso di nuovo efficiente e concorrenziale il porto. Per far questo ci vorrà una visione precisa e la collaborazione tra pubblico e privato.
Per quanto riguarda le tariffe del porto pensa che vadano abbassate?
Sì, se questo non significa minare gli stipendi dei portuali. Solo pochi giorni fa c’è stato uno sciopero che abbiamo appoggiato proprio per chiedere un aumento dei salari di chi lavora nel porto perché oggi non riesce a garantire le famiglie.
Il porto soffre per la mancanza di infrastrutture adeguate a trasportare nel resto d’Europa le merci che arrivano?
Sì, questo è un altro problema drammatico. Un porto non serve a molto se poi non ci sono adeguati collegamenti con il resto del continente.
Qual è la situazione nell’industria?
La situazione più critica è quella della riconversione della ferriera di Servola che chiude perché altamente inquinate. Come Ugl non ci opponiamo alla chiusura per motivi ambientale, ma chiediamo che vengano salvaguardati i cinquecento posti di lavoro dipendenti e quelli dell’indotto attraverso progetti seri e duraturi. Fino a oggi le istituzioni hanno proposto solamente cassa integrazione.
Altri problemi?
Trieste vive molto di commercio. Non si tratta di imprese di grande distribuzione, ma perlopiù ancora di piccole realtà. La crisi ha colpito duro e come sindacato pensiamo che non debba essere più un tabù parlare di aperture domenicali, l’importante è salvaguardare i giorni di riposo dei dipendenti. La soluzione potrebbero essere quella dei contratti legati al weekend che potrebbero essere interessanti per i numerosi studenti universitari presenti in città. Un’altra possibilità possono essere le turnazioni e si potrebbe addirittura ipotizzare un sistema simile a quello dei benzinai e delle farmacie.
Luca Fortis