Un provvedimento “inadeguato” e accompagnato da “un eccesso di ottimismo da parte del governo circa l’efficacia e la portata delle misure, nonché della dimensione degli investimenti”. E’ infatti “risibile” la mole di risorse che mette in campo, “pari a una spesa per lo sviluppo di 104,7 milioni nel 2012 e 89,6 milioni nel 2013”. E’ questo in estrema sintesi il giudizio della Cgil sul dl sviluppo contenuto in una memoria consegnata oggi alla Camera in occasione dell’audizione presso le commissioni riunite finanza e attività produttive.
Il sindacato di corso d’Italia, si legge nel testo della memoria, “pur riconoscendo nel decreto Sviluppo alcune potenziali direttrici per la crescita e l’occupazione”, osserva come “in assenza di un progetto di politica industriale, fiscale e sociale e ambientale, la contraddittorietà, la parzialità e la mancanza di innovazione della maggior parte delle norme non può produrre effetti immediati di rilancio del sistema economico del Paese, rischiando peraltro di accentuare le distorsioni che insistono nello stesso tessuto produttivo italiano”.
Secondo la Cgil “mancano interventi strutturali, in ragione del fatto che la crisi attuale è di struttura e, dunque, richiede un’idea complessiva di sviluppo strategico per il Paese, che continua a mancare nei provvedimenti di questo governo”. Infatti, “sebbene ci siano nel decreto titoli riferiti a sviluppo sostenibile e green economy, non è rintracciabile alcuna idea sostenibilità, intesa come insieme integrato di tre elementi fondamentali: economico, sociale e ambientale”. Pur proponendosi quindi la crescita del Paese, conclude la Cgil, “il decreto in questione non affronta come presupposto la messa in sicurezza del territorio italiano dal rischio idrogeologico e sismico”.