La Cgil lancia un allarme a proposito del testo varato oggi dalla Commissione Europea sugli scioperi. “Si tratta – si legge in una nota di Fabrizio Solari, segretario confederale della Cgil – di una decisione che con il pretesto di tutelare i diritti dei cittadini prefigura una inaccettabile e indebita ingerenza nel contrasto di interessi che vive nella normale dialettica tra lavoro e impresa”. “La ragione alla base della scelta del sindacato confederale italiano di adottare codici di autoregolamentazione nell’esercizio dello sciopero nei servizi pubblici – spiega Solari – riguarda la doverosa tutela dei diritti costituzionali dei cittadini da contemperare con l’altrettanto doverosa tutela del diritto di sciopero per tutti i lavoratori. La successiva legge 146 del 1990 e le modifiche introdotte nel 2000, pur mantenendo margini di criticità soprattutto riguardo l’eccesso di vincoli burocratici a cui è sottoposta la possibilità di effettuare azioni di lotta, non ha mai superato questi limiti”.
“Nel corso del 2011 – dice ancora il dirigente Cgil – ci siamo mobilitati impedendo all’allora ministro Sacconi di rompere gli argini utilizzando il diritto alla mobilità per includere nell’area di intervento della legge settori produttivi estranei all’erogazione dei servizi ai cittadini, con l’evidente intento si arrivare ad una limitazione sostanziale del diritto di sciopero via via crescente. Sulla stessa linea pare muoversi oggi il testo varato dalla Commissione Europea”.
La Cgil critica questa impostazione che, sostiene, “con tutta evidenza, è totalmente estranea al tema della tutela dei diritti costituzionali dei cittadini prefigurando invece una inaccettabile quanto indebita ingerenza nel contrasto di interessi che vive nella normale dialettica tra lavoro e impresa”.
“E’ arduo sostenere – conclude Solari – che lo sciopero delle “bisarche” lede un diritto costituzionale dei cittadini, tuttavia non si può escludere a priori che qualche insigne professore possa avventurarsi su questa via. Nel caso consiglierei una attenta rilettura della Carta Costituzionale”. (LF)
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