51ª Seduta
Presidenza del Presidente
Intervengono, ai sensi dell’articolo 48 del Regolamento, in rappresentanza della Confederazione generale dei sindacati autonomi dei lavoratori (CONFSAL), il dottor Emilio Fatovic, responsabile dell’area mercato del lavoro; in rappresentanza della Confederazione generale del commercio, del turismo, dei servizi, delle professioni e delle PMI (CONFCOMMERCIO), il dottor Luigi De Romanis, responsabile del settore legislazione del lavoro e relazioni sindacali, accompagnato dal dottor Luciano Bertozzi; e, in rappresentanza della Confederazione italiana esercenti attività commerciali, turistiche e dei servizi (CONFESERCENTI), la dottoressa Elvira Massimiano, responsabile dell’ufficio politiche del lavoro e rapporti sindacali, e il dottor Giuseppe Fortunato, responsabile dell’ufficio rapporti con il Parlamento.
La seduta inizia alle ore 15,15.
SULLA PUBBLICITA’ DEI LAVORI
Il presidente TREU fa presente che è pervenuta la richiesta, ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del Regolamento, di attivazione dell’impianto audiovisivo, in modo da consentire la speciale forma di pubblicità della seduta ivi prevista e avverte che, ove la Commissione convenga nell’utilizzazione di tale forma di pubblicità dei lavori, il Presidente del Senato ha già preannunciato il proprio assenso.
Non facendosi osservazioni, la forma di pubblicità di cui all’articolo 33, comma 4, del Regolamento, viene adottata per lo svolgimento della procedura informativa prevista nella seduta odierna.
PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito dell’indagine conoscitiva sulla situazione delle fasce deboli del mercato del lavoro: audizione dei rappresentanti della Confederazione generale dei sindacati autonomi dei lavoratori (CONFSAL), della Confederazione generale del commercio, del turismo, dei servizi, delle professioni e delle PMI (CONFCOMMERCIO) e della Confederazione italiana esercenti attività commerciali, turistiche e dei servizi (CONFESERCENTI).
Il presidente TREU avverte preliminarmente che la Confederazione unitaria di base, CUB, che avrebbe dovuto essere ascoltata oggi, ha comunicato di non poter prendere parte all’odierna audizione per improrogabili impegni di natura sindacale, precedentemente assunti, ed ha assicurato che invierà una memoria scritta. Ringrazia quindi gli intervenuti per avere accolto sollecitamente l’invito loro rivolto dalla Commissione e, dopo avere richiamato i temi dell’indagine conoscitiva, dà loro la parola.
Interviene a nome della Confsal il dottor FATOVIC, il quale richiama in primo luogo le notevoli difficoltà che si frappongono all’ingresso dei giovani sul mercato del lavoro, dovute anche alle problematicità esistenti sotto il profilo dell’istruzione e della formazione.
Destano inoltre notevole preoccupazione la dimensione del fenomeno della precarietà dell’occupazione e il tardivo inserimento nel mondo del lavoro regolare, dovuto anche al fatto che per molti giovani, alla ricerca di primo impiego, il settore sommerso dell’economia rappresenta uno sbocco, in numerosi casi privo, purtroppo, di una reale alternativa.
D’altra parte, anche alcuni istituti di ingresso che non configurano un rapporto di impiego, come ad esempio i tirocini, non assicurano ai giovani una copertura sul piano previdenziale, non essendo gli stessi correlati ad un obbligo contributivo in capo al datore di lavoro.
Per quel che concerne la componente femminile del mercato del lavoro, l’Italia continua a fare registrare tassi di occupazione inferiori alla media europea e ancora molto lontani dal conseguimento degli obiettivi di Lisbona. Va altresì evidenziato che tale discrasia risulta maggiormente accentuata soprattutto nelle aree territoriali del Mezzogiorno. Occorrerebbe pertanto promuovere politiche incentrate sulla cosiddetta “banca del tempo” volte in particolare a conciliare gli impegni familiari delle donne con quelli lavorativi.
Le criticità riscontrabili per i lavoratori ultracinquantenni derivano invece sia dalla diffusione dei processi di riconversione delle produzioni industriali – che spesso determinano l’espulsione precoce dei lavoratori di età anagrafica più elevata – sia dal tendenziale allungamento della vita lavorativa. Per fronteggiare tale situazione occorre quindi promuovere politiche specificamente volte al reinserimento dei lavoratori espulsi dai processi produttivi, anche attraverso una riqualificazione professionale degli stessi.
Interviene quindi il dottor De ROMANIS per la Confcommercio, ricordando preliminarmente che nel turismo e nel commercio l’occupazione giovanile e femminile fa registrare un andamento alquanto sostenuto, dovuto anche alle caratteristiche di questi due settori, nei quali vi è una propensione più spiccata che in altri comparti produttivi ad adottare strumenti contrattuali flessibili – come ad esempio il part time – idonei a favorire la conciliazione tra il lavoro e le esigenze della vita familiare o dello studio. Per l’occupazione dei giovani, tuttavia, si devono riscontrare alcune difficoltà, dovute al fatto che il venir meno di uno strumento di inserimento mirato come il contratto di formazione lavoro non è stato compensato dal nuovo modello di apprendistato delineato con il decreto legislativo n. 276 del 2003, che stenta a decollare. Come è noto, con l’articolo 13, comma 13-bis del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito con modificazioni dalla legge n. 80 dello stesso anno, la disciplina dell’apprendistato professionalizzante è stata rimessa alla contrattazione collettiva nazionale, fino all’approvazione delle norme regionali in materia: si tratta di una scelta indubbiamente positiva, ma la persistente assenza di iniziative legislative delle regioni finalizzate a disciplinare i profili formativi del contratto di apprendistato continua a ridurre notevolmente la possibilità delle imprese di avvalersi di tale tipologia contrattuale. Nel rispetto del riparto costituzionale delle competenze legislative tra Stato e Regioni, occorrerebbero pertanto iniziative mirate a far sì che le regioni, nell’esercizio della potestà normativa concorrente, non si discostino dai risultati, in alcuni casi molto positivi, delle intese tra le parti sociali; ad esempio, nei contratti collettivi nazionali di cui la Confcommercio è firmataria, sono stati individuati profili professionali e percorsi formativi su cui hanno convenuto non solo i soggetti contraenti, ma anche l’ISFOL e il Ministero del lavoro. Sarebbe pertanto opportuno che le regioni legiferassero in coerenza con tali indirizzi.
Per quanto riguarda poi la componente femminile del mercato del lavoro – prosegue il dottor De Romanis – non vi è dubbio che il persistere di una condizione generale di svantaggio sollecita una riqualificazione della spesa sociale finalizzata in particolare al sostegno alla famiglia. E’ altresì necessario incentivare le aziende ad intraprendere azioni positive in favore dell’occupazione femminile, operando anche secondo gli indirizzi delineati, a suo tempo, dalla legge n. 53 del 2000: è apprezzabile, a tale proposito, che nella legge finanziaria per il 2007 siano state reperite risorse finalizzate al perseguimento di obiettivi di promozione del lavoro delle donne.
Il settore terziario – prosegue il dottor De Romanis – offre attività non incompatibili con la condizione di disabilità e vi è un impegno generalizzato, da parte delle aziende che operano nei servizi, ad adempiere agli obblighi posti dalla legge n. 68 del 1999: permangono tuttavia notevoli farraginosità burocratiche, che impediscono di dare piena attuazione al principio del collocamento mirato e ostacolano la possibilità di fruire in tempi ragionevoli dei benefici previsti dalla legge medesima. Occorrerebbe quindi una revisione di tale disciplina, sia nel senso della semplificazione, sia nella direzione di far leva sul tema della responsabilità sociale dell’impresa per promuovere, anche in questo contesto, le azioni positive e diffondere le buone pratiche volte a rimuovere gli ostacoli che ancora si frappongono all’occupazione delle persone diversamente abili.
Per quanto concerne infine le problematiche connesse all’occupazione dei lavoratori ultracinquantenni, si deve in primo luogo considerare che l’espulsione dal mercato di questa fascia di lavoratori è destinata a produrre un impatto notevole sul sistema pensionistico, per cui occorre valorizzare gli strumenti che operano efficacemente per contrastare tale tendenza e per favorire la permanenza di tali soggetti al lavoro ovvero per il loro reimpiego: sotto quest’ultimo profilo, è auspicabile che non venga modificata la disciplina del contratto di inserimento, apprezzabile strumento di integrazione lavorativa, istituito con il decreto legislativo n. 276 del 2003, ma già delineato, nei suoi tratti essenziali, nel corso dell’ultimo periodo della XIII Legislatura.
La dottoressa MASSIMIANO fa preliminarmente presente che il contratto di apprendistato, come disciplinato dalla legislazione vigente, può contribuire efficacemente al superamento dei numerosi e rilevanti ostacoli che impediscono a molti giovani l’ingresso nel mondo del lavoro. Tale istituto, molto apprezzato nell’ambito del settore terziario, andrebbe perfezionato attraverso una migliore definizione dei suoi contenuti formativi, nonché attraverso una più puntuale individuazione dei diritti e degli obblighi ad esso connessi.
Nell’ambito del lavoro temporaneo, notevolmente diffuso nel settore dei servizi, un ruolo non secondario viene svolto dai contratti incentrati sui week end lavorativi, destinati soprattutto agli studenti, e utili per le imprese soprattutto nei periodi in cui si registrano picchi di attività.
Per quel che concerne i disoccupati di lunga durata, i lavoratori over 50 e le donne, il contratto maggiormente idoneo a favorire l’ingresso o il reingresso nel mercato di tali categorie risulta quello di inserimento, rispetto al quale si registrano nel biennio 2005-2006 circa 26 mila stipule avvenute nel settore di riferimento della Confesercenti.
Riguardo all’occupazione femminile va sottolineata l’opportunità di incrementare l’utilizzo dei moduli contrattuali più idonei ad assicurare la conciliazione della vita lavorativa con gli impegni familiari, quali ad esempio i contratti di part time, diffusi nel settore del terziario, anche nella specifica forma di contratti a tempo parziale per accompagnare il periodo del puerperio.
Relativamente ai lavoratori anziani, va sottolineata l’importanza del ruolo svolto dagli stessi, soprattutto nelle piccole e medie imprese, dove tali soggetti assolvono spesso a compiti formativi nei confronti dei lavoratori più giovani. Occorrerebbe promuovere l’utilizzo del part time per tali fasce di lavoratori, anche al fine di favorire un passaggio più graduale dalla piena attività lavorativa alla quiescenza, come pure sarebbe opportuno valorizzare ulteriormente i fondi interprofessionali per la formazione continua, che potrebbero espletare in tale ambito un’incidenza sicuramente positiva.
Per quel che concerne gli immigrati, va rilevato che il Governo ha affrontato i nodi problematici riscontrabili in tale settore con interventi congrui e adeguati, giungendo ad un opportuno ampliamento dei flussi di ingresso nel paese di lavoratori extracomunitari stabili nonché delle quote di lavoratori stagionali: il ricorso alla trasmissione telematica per le comunicazioni relative all’impiego di questi ultimi si è rivelato poi particolarmente proficuo, ed ha consentito di sopperire ai ritardi ed alle lungaggini burocratiche che però, per altri aspetti, continuano a compromettere l’efficienza degli sportelli unici per l’immigrazione, le cui capacità operative restano fortemente carenti in rapporto alle aspettative degli interessati e alle necessità delle aziende.
Il PRESIDENTE ringrazia gli intervenuti e dichiara conclusa l’audizione.
Il seguito dell’indagine conoscitiva è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 16.
LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE (11ª)
Sottocommissione per i pareri
MERCOLEDÌ 28 MARZO 2007
12ª Seduta
Presidenza del Presidente
La Sottocommissione ha adottato la seguente deliberazione per il provvedimento deferito:
alla 10a Commissione:
(1427) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, recante misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di nuove imprese , approvato dalla Camera dei deputati: parere favorevole con osservazione.