INDAGINE CONOSCITIVA
Giovedì 23 novembre 2023. — Presidenza del presidente della XI Commissione Walter RIZZETTO.
La seduta comincia alle 13.35.
Indagine conoscitiva sulle tematiche afferenti al lavoro sportivo: esame del documento conclusivo.
(Esame del documento conclusivo e approvazione).
Walter RIZZETTO, presidente XI Commissione Lavoro, comunica che, a conclusione delle audizioni svolte nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle tematiche afferenti al lavoro sportivo, le Presidenze hanno predisposto una proposta di documento conclusivo che è già stata anticipata in via informale a tutti i componenti della Commissione e il cui testo è disponibile su GeoComm e in distribuzione.
Chiede al collega Perissa, in qualità di relatore, se intende illustrare la proposta di documento conclusivo.
Marco PERISSA (FDI) desidera preliminarmente rivolgere un sentito ringraziamento al presidente Rizzetto e al presidente Mollicone che hanno condotto i lavori delle Commissioni nel corso di questa importante indagine conoscitiva che oggi si conclude con l’approvazione del documento conclusivo.
Ringrazia altresì in modo non formale il ministro Abodi per il confronto costruttivo che si è svolto in questi mesi che ha consentito alle Commissioni di discutere la riforma del sistema sportivo e provare a identificare le principali criticità al fine di individuare le soluzioni più opportune.
Ringrazia quindi tutti i colleghi delle commissioni per il loro contributo preannunciando l’intenzione di accogliere le proposte di modifica ed integrazioni presentate dai colleghi del Partito democratico e del Movimento Cinque Stelle.
Più in generale ricorda come le commissioni abbiano condotto nel corso dell’indagine conoscitiva un lungo ed approfondito lavoro svolgendo numerose audizioni.
Si tratta di una riforma ampiamente attesa e necessaria per il sistema sportivo che ha certamente meritato l’attenzione del Governo e del Parlamento al fine di riconoscere il ruolo e le competenze di tutti i lavoratori sportivi.
Ricorda come parallelamente all’indagine conoscitiva, almeno nell’ultima fase, le Commissioni abbiano esaminato anche i decreti correttivi del Governo che hanno apportato importanti modifiche alla disciplina vigente.
Con riferimento alle principali questioni affrontate nel corso del lavoro delle commissioni richiama innanzitutto la questione del riconoscimento del lavoro volontario ora finalmente inquadrato sul piano giuridico nonché la questione degli oneri a carico delle società sportive delle associazioni connessi ai numerosi adempimenti previsti dalla riforma, sui quali le Commissioni e il Governo sono intervenuti anche sulla base del principio di proporzionalità soprattutto a tutela delle piccole associazioni.
Altra questione che ritiene meritevole di evidenziare riguarda la standardizzazione dei contratti e delle certificazioni delle competenze Rileva, inoltre, essendo ormai nella fase attuativa della riforma come siano stati già registrati alcuni ritardi sul versante degli adempimenti previsti da parte delle associazioni e delle società sportive.
Nell’evidenziare l’importanza che si svolga un accurato vita di monitoraggio al fine di comprendere gli effetti dell’entrata a regime della riforma sottolinea l’importanza che il riconoscimento dei diritti dei lavoratori sportivi sia in linea anche con la recente riforma della Costituzione in materia di sport. Auspica quindi che, anche in prospettiva, su questi temi si possa raggiungere la più ampia condivisione nel presupposto che lo sport e la salute possano sempre viaggiare di pari passo.
Walter RIZZETTO, presidente XI Commissione Lavoro con riferimento alle considerazioni svolte dal collega Perissa chiarisce che le Commissioni procederanno all’approvazione del documento conclusivo come modificato dalle proposte di modifica avanzate dal gruppo del Partito democratico e del Movimento Cinque Stelle.
Mauro BERRUTO (PD-IDP) nel sottolineare l’importanza della riforma del lavoro sportivo che ha restituito la giusta dignità e riconoscimento ai diritti dei lavoratori sportivi, esprime apprezzamento per il lungo e intenso lavoro svolto dalle commissioni cominciato peraltro già nella scorsa legislatura.
Auspica che possano essere discussi individuati ulteriori miglioramenti alla disciplina sul lavoro sportivo anche in base ad un’attenta attività di monitoraggio che spera possa continuare sugli effetti della riforma.
Ringrazia quindi il collega Perissa per aver voluto accogliere le proposte di modifica avanzate dal gruppo del Partito democratico che hanno la finalità di integrare il documento conclusivo e evidenziare tutte le criticità emerse nel corso della lunga attività conoscitiva svolta dalle commissioni.
Pur sottolineando che il gruppo del Partito democratico non si riconosce interamente nel documento conclusivo considerato nel suo complesso, preannuncia in ogni caso il voto a favore evidenziando come tale documento conclusivo potrà rappresentare uno strumento prezioso proprio nella fase di attuazione ed entrata a regime della riforma del lavoro sportiva.
In particolare auspica che l’impegno assunto dal ministro Abodi relativo all’istituzione di un tavolo tecnico per il monitoraggio degli effetti della riforma possa trovare una tempestiva attuazione con la convocazione del tavolo.
Segnala infatti come già in questa prima fase attuativa della riforma siano già emerse alcune criticità che richiedono un’attenta attività di monitoraggio da parte dei ministeri competenti.
Infine ricorda di aver presentato un ordine del giorno in Assemblea, nel corso della discussione del provvedimento in materia di proroga termini, al fine di impegnare il Governo a stanziare risorse finanziarie aggiuntive nella prossima legge di bilancio, risorse finanziarie che possano attenuare gli impatti della riforma del lavoro sportivo con particolare riferimento ai costi del lavoro. Esprime quindi soddisfazione per il lavoro svolto dalle Commissioni ringraziando tutti coloro che vi hanno contribuito.
Gaetano AMATO (M5S) preannuncia il voto favorevole a nome del suo gruppo sulla proposta di documento conclusivo che forse si poteva ulteriormente migliorare.
Ringrazia il collega Perissa per il lavoro svolto ed esprime apprezzamento per l’accoglimento delle proposte di integrazione avanzate dal gruppo del Movimento Cinque Stelle. Esprime pertanto soddisfazione per il metodo di lavoro adottato in questo frangente che certamente ha favorito il confronto fra opinioni diverse ma anche la condivisione su molte questioni rilevanti per la messa a punto della riforma.
Giudica pertanto il documento conclusivo che le Commissioni si accingono a votare un ottimo punto di partenza del lavoro che ancora dovrà essere fatto.
Valentina GRIPPO (AZ-PER-RE) preannunciando il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di documento conclusivo, esprime soddisfazione soprattutto per il metodo adottato nel corso dei lavori delle Commissioni che auspica possa essere utilizzato anche in altre occasioni.
Ricorda come la riforma del lavoro sportivo sia stata ereditata dalla scorsa legislatura e rappresenta un intervento normativo molto complesso, evidenziando come non tutte le criticità emerse siano state risolte.
Ricorda come l’indagine conoscitiva ha proceduto di pari passo con l’esame dei decreti correttivi presentati dal Governo che pure, solo in parte, hanno risolto i profili problematici più urgenti.
Ringrazia quindi il collega Perissa per il prezioso lavoro di sintesi svolto evidenziando in particolare l’importanza della questione relativa ai gruppi militari sportivi.
Sul piano meramente formale richiama l’attenzione sul fatto che gli atleti portatori di disabilità vengano sempre citati insistendo sulle loro potenzialità di sportivi piuttosto che sulla loro situazione di svantaggio.
Nel ribadire apprezzamento per il metodo lavoro adottato nel corso dei lavori delle Commissioni ribadisce il voto favorevole sulla proposta di documento conclusivo all’esame.
Nessun altro chiedendo di intervenire, le Commissioni approvano il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva come modificato dalle proposte avanzate dal gruppo del Partito democratico e del Movimento Cinque Stelle.
La seduta termina alle 14.
N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.
SEDE REFERENTE
Giovedì 23 novembre 2023. — Presidenza del presidente Walter RIZZETTO. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon.
La seduta comincia alle 14.10.
Disposizioni in materia di giusta retribuzione e salario minimo.
C. 1275 Conte, C. 141 Fratoianni, C. 210 Serracchiani, C. 216 Laus, C. 306 Conte, C. 432 Orlando, C. 1053 Richetti e C. 1328 Barelli.
(Seguito esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 21 novembre 2023.
Walter RIZZETTO, presidente, ricorda che nella riunione dell’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltosi ieri si è convenuto di terminare nella seduta odierna la fase degli interventi sul complesso degli emendamenti, per poi passare martedì 28 novembre prossimo alla votazione delle proposte emendative, in modo da poter trasmettere il testo risultante dall’esame degli emendamenti alle Commissioni competenti in sede consultiva e quindi – acquisito il parere delle predette Commissioni – conferire il mandato alla relatrice al massimo entro le ore 15 di mercoledì 29 novembre 2023, tenendo conto che il provvedimento è calendarizzato in Assemblea per il seguito della discussione a partire da giovedì 30 novembre prossimo.
Per quanto riguarda la seduta di oggi, avendo a disposizione nella pausa dei lavori dell’Assemblea la fascia oraria fino alle 15 per i lavori della Commissione in sede referente e poiché l’Assemblea dovrebbe terminare i propri lavori intorno alle 16.30, ritiene si possa riprendere la seduta in sede referente anche al termine dei lavori dell’Assemblea per proseguire fino alle 17.45, allorché si considererebbe conclusa la fase degli interventi sul complesso degli emendamenti.
Silvia ROGGIANI (PD-IDP) ritiene si sia dinanzi ad un vulnus della democrazia, uno scippo della maggioranza nei confronti dell’opposizione, di cui vengono lese le prerogative, esautorando il Parlamento. Fa notare che la maggioranza si rifiuta di riconoscere un salario dignitoso ai milioni di lavoratori in difficoltà, nonostante i livelli salariali in Italia siano fermi da decenni. Fatto notare che la contrattazione collettiva da sola non è in grado di tutelare i salari, evidenzia come la mancanza di un salario minimo determinerà una ulteriore fuga di lavoratori all’estero, come rilevato da esponenti della Commissione europea. Fa notare che l’emendamento Rizzetto 1.6 rappresenta solamente un tentativo subdolo di dare l’impressione di affrontare un tema molto caro anche agli elettori del centrodestra.
Osserva, in conclusione, che i gruppi di maggioranza e il Governo si ostinano nel non voler offrire tutela ai soggetti più fragili, come dimostra il contenuto stesso dell’ultimo disegno di legge di bilancio.
Gianmauro DELL’OLIO (M5S) ritiene che i gruppi di maggioranza, pur calpestando i diritti delle minoranze, le stiano inconsapevolmente favorendo, conferendo visibilità al tema del salario minimo. Ritiene paradossale prevedere una delega, peraltro vaga e generica e suscettibile addirittura di legittimare i contratti pirata, per perseguire obiettivi che sarebbero immediatamente raggiunti con la previsione di un salario minimo, che determinerebbe solo effetti benefici. Fa notare che si continuano a danneggiare i soggetti più deboli, come dimostra l’eliminazione del reddito di cittadinanza, sostituito da una misura inadeguata. Ritiene, in conclusione, sia inopportuno dal punto di vista politico che un presidente di Commissione, chiamato a svolgere il giudizio di ammissibilità sulle proposte emendative presentate, sia il primo firmatario di un emendamento così delicato.
Walter RIZZETTO, presidente, in risposta al deputato Dell’Olio, fatto notare che il presidente sinora non è mai intervenuto nel merito del dibattito e che così intende fare nel prosieguo della discussione, rileva che, qualora sussistano dubbi circa la legittimità dell’emendamento Rizzetto 1.6, è possibile, per chi lo ritenesse opportuno, assumere le iniziative nelle sedi competenti.
Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP) fa notare che le perplessità sollevate nel dibattito riguardano non tanto i profili regolamentari, quanto quelli di opportunità politica, che avrebbero dovuto indurre il presidente a non essere il primo firmatario di un simile emendamento.
Gianni CUPERLO (PD-IDP), intervenendo anzitutto sul merito, fa notare che, nonostante vi sia l’urgenza oggettiva di prevedere un salario minimo, a fronte dei livelli salariali molto bassi dei lavoratori, i gruppi di maggioranza hanno scelto di presentare una proposta emendativa che reca norme di delega incostituzionali, che, non facendo riferimento alle organizzazioni comparativamente più rappresentative, legittimeranno la diffusione di contratti e organismi di rappresentanza di comodo, graditi al datore di lavoro. Sul metodo, osserva che l’iter di esame, caratterizzato da continui rinvii e tentativi di dilazione, culmina con la presentazione di una proposta emendativa che appare come una soppressione mascherata del provvedimento in quota opposizione. Rileva, dunque, che la maggioranza, sul tema del salario minimo, si sottrae al confronto e scarica sul Governo la responsabilità di intervenire, conferendo una delega che conferma lo squilibrio di poteri in atto ai danni del Parlamento. Richiamando alcune delle grandi riforme realizzate in Italia negli anni 70′ del secolo scorso, ricorda che la classe dirigente di allora ebbe la lungimiranza di trovare, in Parlamento, una sintesi politica, al di là delle diversità di schieramento e delle maggioranze politiche, in nome dell’unità del Paese, modificando la costituzione materiale, valorizzando il confronto con i soggetti sociali e i movimenti esterni al Parlamento e ottenendo un consenso ampio nell’opinione pubblica. Fatto notare che il Paese è sempre cresciuto virtuosamente quando governato da élites in grado di lavorare per tenere unito il Paese, evidenzia che ora invece si sta intraprendendo una linea di azione politica opposta, che non convenendo a nessuno, appare incomprensibile e masochistica.
Susanna CHERCHI (M5S) ritiene che l’emendamento Rizzetto 1.6 rechi una delega incostituzionale, che rischia di legittimare i contratti pirata e di frammentare il Paese con la previsione delle gabbie salariali. Evidenzia, peraltro, che la previsione di un salario dignitoso consentirebbe inoltre alle donne stesse di emanciparsi e sottrarsi a uomini violenti. Rilevato che la necessità della previsione di un salario minimo è stata indicata dalla stessa Corte di cassazione, osserva che i gruppi di maggiorana ignorano il tema, peraltro non contemplando alcun intervento a favore di lavoratori atipici, collaboratori e tirocinanti.
Walter RIZZETTO, presidente, considerata l’imminente ripresa dei lavori dell’Assemblea, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.55.
SEDE REFERENTE
Giovedì 23 novembre 2023. — Presidenza del presidente Walter RIZZETTO, indi della vicepresidente Tiziana NISINI.
La seduta comincia alle 16.10.
Disposizioni in materia di giusta retribuzione e salario minimo.
C. 1275 Conte, C. 141 Fratoianni, C. 210 Serracchiani, C. 216 Laus, C. 306 Conte, C. 432 Orlando, C. 1053 Richetti e C. 1328 Barelli.
(Seguito esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella precedente seduta della giornata odierna.
Walter RIZZETTO, presidente, ricorda che nella precedente seduta odierna sono proseguiti gli interventi sul complesso degli emendamenti e che nella presente seduta saranno svolti i restanti interventi fino alle ore 17.45, allorché si considererebbe conclusa la fase degli interventi sul complesso degli emendamenti.
Rachele SCARPA (PD-IDP), dopo aver ripercorso l’iter di esame, caratterizzato da continui rinvii e sospensioni, fa notare che i gruppi di maggioranza, come già accaduto durante l’esame del provvedimento sul voto fuori sede in I Commissione, stravolge un provvedimento in quota opposizione, delegando il Governo ad intervenire, semplicemente in quanto non ha il coraggio di bocciare esplicitamente un provvedimento sul quale si registra un ampio consenso sociale. Ritiene sia in atto un vero e proprio svuotamento del ruolo del Parlamento e una lesione delle prerogative delle opposizioni, facendo notare, peraltro, che l’emendamento Rizzetto 1.6 prevede misure discutibili come l’introduzione di gabbie salariali.
Enrica ALIFANO (M5S) evidenzia come la maggioranza abbia inteso appropriarsi di un tema posto dalle opposizioni per poi stravolgerlo attraverso la previsione di una delega vaga e generica e l’adozione di misure sbagliate, come quella che prevede l’introduzione delle gabbie salariali. Evidenziato come il tema del salario minimo sia stato posto di recente anche dalla Corte di cassazione, fa notare che un intervento in materia appare necessario, tenuto conto che i livelli salariali in Italia non crescono da anni e vi sono milioni di lavoratori – in particolare al Sud – con contratto flessibile e precario, soprattutto donne, sotto la soglia di povertà. Si chiede come si possa pensare di elevare il tasso di natalità, in presenza di livelli salariali così bassi.
Marco GRIMALDI (AVS) non comprende come non si pensi di intervenire sul salario minimo, nonostante vi siano settori produttivi, come quello della logistica, caratterizzati da esternalizzazioni, a fronte di fatturati di multinazionali elevati, nei quali i salari dei lavoratori risultano di livello molto basso. Osserva, peraltro, che tali lavoratori sono costretti a svolgere prestazioni straordinarie, come le missioni fuori sede al fine di raggiungere livelli salariali più accettabili. Fa notare che le medesime difficoltà si riscontrano nel settore dei beni culturali e del turismo, laddove prevalgono precarietà e stipendi inaccettabili. Ritiene che la previsione di un salario minimo sia necessaria anche perché la contrattazione collettiva non appare in grado di garantire salari dignitosi, come dimostrano i rinnovi contrattuali di alcune categorie che hanno ricevuto incrementi insignificanti.
Aboubakar SOUMAHORO (MISTO) ritiene non si possa ignorare il dramma sociale della povertà retributiva che appare connessa a quella della precarietà richiedendo quanto prima la previsione di un salario minimo. Evidenzia come il Governo, trattandosi di un tema sensibile presso l’opinione pubblica, ha fatto finta di affrontarlo, limitandosi a prendere altro tempo e stravolgendo il provvedimento in quota opposizione, a scapito delle prerogative del Parlamento.
Ida CARMINA (M5S) esprime perplessità sul fatto che il presidente della Commissione sia il primo firmatario di un emendamento che esautora il Parlamento, peraltro su un provvedimento in quota opposizione. Ritiene che il tema del lavoro povero sia serio, tenuto conto che gli stipendi dei lavoratori italiani si sono ridotti negli ultimi anni, a differenza di quanto avviene nel resto d’Europa. Dopo aver ricordato che la necessità di un salario minimo è stata sottolineata da alcuni membri della Commissione europea, esprime forte perplessità sul contenuto dell’emendamento Rizzetto 1.6, che oltre a prevedere una delega generica, reca misure sbagliate, come quella che introduce le gabbie salariali con il rischio di incrementare il contenzioso giudiziario.
Chiara GRIBAUDO (PD-IDP) non comprende come si possa aggirare il Parlamento e sottrarsi al confronto su una materia così delicata, ricordando come nelle passate legislature, nella XI Commissione, si è sempre cercato di intervenire ascoltando i soggetti interessati, su temi come la tutela dell’occupazione femminile. Fa notare che si sta procedendo senza alcuna volontà di dialogo ed esautorando il Parlamento, in relazione ai diritti dell’opposizione, e che si sta assistendo ad un vero premierato di fatto, come testimoniato dal ricorso eccessivo alla decretazione d’urgenza e allo strumento della fiducia. Ritiene peraltro assai discutibile che il presidente della Commissione, che dovrebbe svolgere un ruolo imparziale, sia il primo firmatario di una proposta emendativa che reca una delega in bianco e stravolge il contenuto del provvedimento in quota opposizione. Entrando nel merito dell’emendamento Rizzetto 1.6, inoltre, evidenzia come esso, facendo riferimento ai contratti più applicati e non a quelli sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative rischia, di indebolire la contrattazione e di livellare verso il basso i salari.
Valentina D’ORSO (M5S) esprime forti perplessità sul comma 2 dell’articolo 1, lettere a) b) c) d) e g), osservando che vi è il rischio di abbassare i livelli salariali tenuto conto che si fa riferimento ai contratti collettivi più applicati, consentendo alle multinazionali di scegliere l’organizzazione sindacale di maggior favore. Non comprende poi come si possa prevedere l’intervento diretto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nel caso di mancato rinnovo dei contratti collettivi o per i settori per i quali manca una contrattazione di riferimento, con il fine di adottare le misure necessarie, mentre non si consente al Parlamento di intervenire sul salario minimo.
Federico FORNARO (PD-IDP) fa notare che i gruppi di maggioranza, come già accaduto in I Commissione, durante l’esame del provvedimento sul voto fuori sede, sono intervenuti a stravolgere un provvedimento in quota opposizione, prevedendo al contempo una delega al Governo. Ritiene che questi costituiscano dei precedenti pericolosi rispetto ai quali la stessa Giunta del Regolamento dovrebbe intervenire a tutela dei diritti delle minoranze. Fa notare inoltre che la previsione di una delega al Governo svuota completamente il Parlamento del suo ruolo, osservando che i gruppi di maggioranza avrebbero fatto meglio a respingere il provvedimento piuttosto che stravolgerlo in questo modo, tenuto conto che i gruppi di minoranza erano pronti al confronto sul merito. Ritiene sia in atto uno squilibrio dei poteri che altera il rapporto tra Parlamento e Governo e tra maggioranza e opposizione, confermato dai ricorsi alla decretazione d’urgenza che ormai ha raggiunto livelli inaccettabili. Ritiene in conclusione irrituale che il presidente della Commissione sia il firmatario di un emendamento che mira ad ostacolare il confronto parlamentare.
Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo sull’ordine dei lavori, dopo aver ringraziato i gruppi di opposizione per il dialogo in Commissione e la stessa Presidenza per la gestione dei lavori, chiede che sia valutata l’audizione del Ministro Calderone, a fronte dell’anomalia rappresentata dalla previsione di delega recata dall’emendamento Rizzetto 1.6. Ritiene inoltre necessario audire il presidente del CNEL, alla luce delle novità introdotte dal medesimo emendamento. Chiede in conclusione che sia garantita la massima pubblicità alle prossime sedute, anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera.
Walter RIZZETTO, presidente, in risposta al deputato Scotto, fa notare che finora sono state garantite le uniche forme di pubblicità consentite dal Regolamento, non essendone previste altre nei lavori della Commissione in sede referente. Posto che i tempi a disposizione della Commissione per predisporre un testo da consegnare all’Assemblea sono molto stretti, fa presente che sarà sua cura contattare il Ministro Calderone in vista di un suo eventuale intervento nel corso dei lavori e che valuterà l’opportunità e la possibilità di audire il presidente del CNEL.
Davide AIELLO (M5S), intervenendo sull’ordine dei lavori, ringrazia tutti i gruppi di minoranza intervenuti nel dibattito, associandosi alla richiesta di audizione del Ministro Calderone e del presidente del CNEL, considerata la delicatezza del tema in questione e l’anomalia rappresentata dalla previsione di una delega che stravolge il provvedimento in quota opposizione.
Walter RIZZETTO, presidente, avverte, dunque, che si è conclusa la fase degli interventi sul complesso degli emendamenti e che nella seduta di martedì 28 novembre prossimo, come stabilito dall’ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si passerà alle dichiarazioni di voto e alla votazione sulle proposte emendative.
Rinvia quindi il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 17.50.
INDAGINE CONOSCITIVA
Mercoledì 22 Novembre 2023. — Presidenza del presidente Walter RIZZETTO, indi della vicepresidente Chiara GRIBAUDO.
La seduta comincia alle 12.
Indagine conoscitiva sul rapporto tra Intelligenza Artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l’intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro.
Walter RIZZETTO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.
Audizione di rappresentanti di Avedisco – Associazione Vendite Dirette Servizio Consumatori.
(Svolgimento e conclusione).
Walter RIZZETTO, presidente, introduce l’audizione.
Giovanni PAOLINO, presidente di Avedisco – Associazione Vendite Dirette Servizio Consumatori, intervenendo in videoconferenza, e Giuliano SCIORTINO, Segretario generale di Avedisco – Associazione Vendite Dirette Servizio Consumatori, intervenendo in videoconferenza, svolgono una relazione sui temi oggetto dell’audizione.
Intervengono quindi, formulando osservazioni e ponendo quesiti, il presidente Walter RIZZETTO e il deputato Davide AIELLO (M5S).
Giovanni PAOLINO, presidente di Avedisco – Associazione Vendite Dirette Servizio Consumatori, intervenendo in videoconferenza, e Giuliano SCIORTINO, Segretario generale di Avedisco – Associazione Vendite Dirette Servizio Consumatori, intervenendo in videoconferenza, rispondono ai quesiti posti e rendono ulteriori precisazioni.
Walter RIZZETTO, presidente, dopo aver svolto alcune considerazioni finali, ringrazia gli auditi per il contributo fornito all’indagine conoscitiva e dichiara, quindi, conclusa l’audizione.
Audizione di Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia.
(Svolgimento e conclusione).
Walter RIZZETTO, presidente, introduce l’audizione.
Giorgio METTA, direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia, intervenendo in videoconferenza, svolge una relazione sui temi oggetto dell’audizione.
Intervengono quindi, formulando osservazioni e ponendo quesiti, il deputato Lorenzo MALAGOLA (FDI) e il presidente Walter RIZZETTO.
Giorgio METTA, direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia, intervenendo in videoconferenza, risponde ai quesiti posti e rende ulteriori precisazioni.
Walter RIZZETTO, presidente, ringrazia l’audito per il contributo fornito all’indagine conoscitiva e dichiara, quindi, conclusa l’audizione.
Audizione di Marco Trombetti, cofondatore e CEO Translated – Pi Campus.
(Svolgimento e conclusione).
Chiara GRIBAUDO, presidente, introduce l’audizione.
Marco TROMBETTI, cofondatore e CEO Translated – Pi Campus, svolge una relazione sui temi oggetto dell’audizione.
Chiara GRIBAUDO, presidente, ringrazia l’audito per il contributo fornito all’indagine conoscitiva e dichiara, quindi, conclusa l’audizione.
Audizione del Professor Stefano Crisci, avvocato esperto di IA e professore di Market Regulation e Diritto del turismo e del governo del territorio presso l’Università La Sapienza di Roma.
(Svolgimento e conclusione).
Chiara GRIBAUDO, presidente, introduce l’audizione.
Stefano CRISCI, avvocato esperto di IA e professore di Market Regulation e Diritto del turismo e del governo del territorio presso l’Università La Sapienza di Roma, svolge una relazione sui temi oggetto dell’audizione.
Chiara GRIBAUDO, presidente, ringrazia l’audito per il contributo fornito all’indagine conoscitiva e dichiara, quindi, conclusa l’audizione.
La seduta termina alle 13.
N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 13 alle 13.10.
SEDE REFERENTE
Martedì 21 novembre 2023. — Presidenza del presidente Walter RIZZETTO, indi della vicepresidente Tiziana NISINI. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon.
La seduta comincia alle 15.10.
Disposizioni in materia di giusta retribuzione e salario minimo.
C. 1275 Conte, C. 141 Fratoianni, C. 210 Serracchiani, C. 216 Laus, C. 306 Conte, C. 432 Orlando, C. 1053 Richetti e C. 1328 Barelli.
(Seguito esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 25 ottobre 2023.
Walter RIZZETTO, presidente, ricorda che la Commissione prosegue l’esame in sede referente della proposta di legge C. 1275 Conte e delle abbinate proposte di legge C. 141 Fratoianni, C. 210 Serracchiani, C. 216 Laus, C. 306 Conte, C. 432 Orlando, C. 1053 Richetti e C. 1328 Barelli, in materia di giusta retribuzione e salario minimo.
Ricorda che il seguito dell’esame in Assemblea del provvedimento in titolo, iscritto nel calendario vigente in quota opposizione, è previsto a partire da giovedì 30 novembre 2023.
Avverte che sono state presentate 15 proposte emendative al testo della proposta di legge C. 1275.
Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo sull’ordine dei lavori, chiede alla presidenza di valutare uno spostamento alla sala del Mappamondo, considerata l’importanza del dibattito odierno.
Walter RIZZETTO, presidente, in risposta al deputato Scotto, osserva che sarà sua cura verificare se sia possibile trasferirsi alla sala del Mappamondo.
Chiede alla relatrice e al rappresentante del Governo di esprimere il parere sulle proposte emendative presentate.
Marta SCHIFONE (FDI), relatrice, esprime parere favorevole sull’emendamento Rizzetto 1.6, invitando al ritiro di tutte le restanti proposte emendative, sulle quali altrimenti il parere sarebbe contrario.
Il Sottosegretario Claudio DURIGON esprime parere conforme a quello espresso dalla relatrice.
Arturo SCOTTO (PD-IDP) fa presente che tutto il suo gruppo intende intervenire sul complesso delle proposte emendative.
Francesco MARI (AVS) fa presente che tutto il suo gruppo intende intervenire sul complesso delle proposte emendative.
Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), dopo aver dichiarato di ritenere quantomeno paradossale intervenire sul complesso di proposte emendative destinate ad essere precluse dall’approvazione dell’emendamento Rizzetto 1.6, fa notare che l’iter di esame del provvedimento in titolo è stato paradossale e caratterizzato da continui rinvii e prese in giro, come nel caso dell’intervento del CNEL, il cui orientamento peraltro è stato infine ignorato dalla maggioranza. Ritiene che l’emendamento Rizzetto 1.6 sia un emendamento soppressivo mascherato, atteso che, senza prevedere alcun salario minimo, delega al Governo il compito di intervenire sulla materia della retribuzione dei lavoratori, peraltro attraverso principi e criteri direttivi vaghi e generici. Ritiene si sia dinanzi ad una deriva accentratrice e autoritaria che esautora il Parlamento delle sue funzioni, dal momento che si stravolge un provvedimento di iniziativa parlamentare, in quota opposizione, scaricando sul Governo il compito di intervenire. Entrando nel merito dell’emendamento Rizzetto 1.6 fa notare che esso, oltre a indebolire la contrattazione collettiva, appare incostituzionale, considerato che, oltre a recare una delega in bianco al Governo, fa riferimento ai contratti più diffusi e non a quelli sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative, rischiando di legittimare la diffusione di contratti collettivi e di organismi di rappresentanza di comodo, ovvero preferiti dal datore di lavoro, nonché di contratti pirata. Rilevato, infine, che il provvedimento reca oneri che non sono in alcun modo quantificati, invita i gruppi di maggioranza ad aver più coraggio e ad assumersi la responsabilità di respingere un provvedimento che non condividono piuttosto che nascondersi dietro ad una delega in bianco.
Chiara APPENDINO (M5S) evidenzia come l’iter di esame sinora sia stato poco serio, atteso che, tra continui rinvio e scarichi di responsabilità, come nel caso della richiesta di intervento al CNEL, si è passati da un emendamento soppressivo, non votato per evitare un problema politico con il proprio elettorato, ad un emendamento recante una delega generica, che espropria il Parlamento delle sue funzioni, violando le prerogative delle opposizioni. Nel merito fa notare che l’emendamento Rizzetto 1.6 indebolisce la contrattazione collettiva, legalizzando i contratti pirata e frammentando il Paese, con la previsione di gabbie salariali. Fa notare che la proposta di legge C. 1275, al contrario, da un lato valorizza la contrattazione collettiva, dall’altro prevede una soglia inderogabile per legge di trattamento minimo, al fine di far fronte alla drammatica situazione di diseguaglianza sociale e di povertà. Fa notare che il salario minimo è stato previsto da quasi tutti i Paesi europei, determinando vantaggi indubbi ai lavoratori e alla crescita economica. Evidenzia, infatti, che la contrattazione collettiva da sola non è sufficiente a garantire salari dignitosi, rilevando che gli stessi rinnovi contrattuali spesso si risolvono in aumenti insignificanti, come nel caso del contratto delle guardie giurate. Invita i gruppi di maggioranza a dire la verità e a esprimere chiaramente la propria contrarietà al salario minimo, smettendola di prendere in giro gli italiani.
Walter RIZZETTO, presidente, accogliendo la richiesta formulata dal deputato Scotto, sospende brevemente i lavori per consentire di trasferirsi alla sala del Mappamondo.
La seduta, sospesa alle 15.50, è ripresa alle 16.
Emiliano FOSSI (PD-IDP) ritiene si sia davanti ad un comportamento della maggioranza che giudica grave sia per ragioni di metodo che di merito. Sul merito, fa notare che l’emendamento Rizzetto 1.6 non prevede alcun salario minimo, nonostante quest’ultimo sia previsto nella maggioranza dei Paesi dell’Unione europea e abbia determinato spirali virtuose per gli stipendi dei lavoratori e per la stessa produttività delle imprese, rappresentando anche uno strumento di contrasto alla precarietà, al lavoro nero e alla povertà. Ritiene che i gruppi di centrodestra, loro davvero con un atteggiamento ideologico, si oppongono a qualsiasi confronto su tale delicato tema, in violazione dei diritti delle minoranze e confermando la tendenza autoritaria a comprimere il dibattito e a restringere gli spazi del Parlamento, come dimostrato dai livelli inaccettabili raggiunti dalla decretazione d’urgenza e dalla produzione normativa proveniente dal Governo. Fatto notare che l’iter di esame è stata caratterizzato da continue tecniche dilatorie, evidenzia come la delega in bianco recata dall’emendamento Rizzetto 1.6 rappresenta l’ennesimo tentativo di prendere tempo, senza alcun rispetto per i milioni di lavoratori sotto la soglia di povertà.
Dario CAROTENUTO (M5S) ritiene che i gruppi di maggioranza sostengano un Governo classista e rappresentino una casta autoreferenziale che, invece di sostenere i salari dei lavoratori, restringono, con spirito autoritario, il confronto parlamentare, preoccupandosi esclusivamente di offrire vantaggi a manager e personalità vicine all’Esecutivo. Ritiene paradossale che il presidente della Commissione, che dovrebbe svolgere un ruolo imparziale, sia primo firmatario di un emendamento, di cui è chiamato, peraltro, a valutare l’ammissibilità. Evidenzia che tale proposta emendativa reca una delega in bianco incostituzionale, che non offrirà alcuna soluzione al problema del lavoro povero. Fa notare che tale proposta emendativa interviene esclusivamente sulla contrattazione collettiva, che da sola, a suo avviso, non è in grado di dare dignità la lavoro, come dimostra il caso di alcuni rinnovi contrattuali riguardanti, ad esempio, i settori della logistica, anche tenuto conto della diffusione dei contratti pirata. Ritiene che la maggioranza non fa altro che attuare politiche che favoriscono le disuguaglianze sociali e la povertà, come testimoniato dall’eliminazione del reddito di cittadinanza, evidenziando che il salario minimo, che è previsto in gran parte dei Paesi europei, rappresenterebbe un valido strumento di tutela dei redditi dei lavoratori e di contrasto alle tendenze inflattive.
Bruno TABACCI (PD-IDP) ritiene atipico che un presidente di Commissione, che dovrebbe essere al di sopra delle parti, sia il primo firmatario di una proposta emendativa di così ampia portata. Fa notare che è in atto uno squilibrio dei poteri a favore del Governo e a scapito del Parlamento, sempre più esautorato, come testimoniato dal ricorso alla decretazione d’urgenza, che ha raggiunto ormai livelli inaccettabili.
Entrando nel merito delle questioni, ritiene che la previsione di un salario minimo sia positiva in quanto la contrattazione collettiva non è sufficiente a garantire livelli salariali dignitosi. Ritiene che la situazione sociale ed economica del Paese richieda riforme serie, tenuto conto delle tendenze dell’inflazione, del calo dei consumi e dei bassi livelli di crescita. Fa notare che il Governo invece ha presentato un disegno di legge di bilancio inadeguato e privo di coperture certe, non garantendo, peraltro, trasparenza sull’attuazione del PNRR, da cui deriva la spinta alla crescita del Paese. Ritiene che i gruppi di maggioranza avrebbero fatto meglio a sopprimere il testo in esame piuttosto che presentare un emendamento discutibile, che peraltro prevede misure potenzialmente dannose, come l’introduzione di gabbie salariali.
Walter RIZZETTO, presidente, in risposta ad alcune questioni sollevate nel dibattito odierno, ritiene legittimo che anche un presidente di Commissione possa sottoscrivere o presentare proposte emendative, come nel caso dell’emendamento 1.6, nel quale è confluito il consenso di tutti i gruppi di maggioranza.
Nicola FRATOIANNI (AVS), ricollegandosi a quanto testé affermato dal presidente, fa notare che non è in discussione l’applicazione di una norma regolamentare, quanto l’opportunità politica che un presidente di Commissione, chiamato a svolgere un ruolo imparziale, sottoscriva un simile emendamento. Fa notare che sul tema del salario minimo i gruppi di maggioranza continuano a sottrarsi al confronto, timorosi di perdere i consensi del proprio elettorato, preferendo scaricare le responsabilità sul Governo attraverso una delega vaga, che offende il ruolo del Parlamento e i diritti delle opposizioni. Ritiene sia in atto una tendenza autoritaria sempre meno rispettosa del dialogo parlamentare, come testimoniato dalle recenti proposte di riforma costituzionale e dal ricorso alla decretazione d’urgenza, ormai a livelli mai raggiunti in passato. Evidenzia come i gruppi di maggioranza, piuttosto che preoccuparsi di fronteggiare il fenomeno del lavoro povero, presentano una proposta di modifica divisiva del Paese, contemplando l’introduzione delle gabbie salariali e mettendo in discussione i diritti universali. Ritiene che tali gruppi di maggioranza dovrebbero avere il coraggio di dire chiaramente che non intendono intervenire a sostegno dei milioni di lavoratori con redditi al di sotto della soglia di povertà.
Antonino IARIA (M5S) stigmatizza l’operato di Governo e maggioranza che, fin dalla campagna elettorale, hanno creato un conflitto tra percettori del reddito di cittadinanza e lavoratori «poveri»; peraltro, le stesse forze politiche di maggioranza hanno, di fatto, rinunciato al confronto parlamentare su un tema – il salario minimo – decisivo per migliorare le condizioni di vita di milioni di lavoratori, il cui disagio sociale costituisce uno degli aspetti più preoccupanti nel contesto di degrado sociale di gran parte delle periferie italiane, dove lo Stato è sostituito da organizzazioni criminali che spesso reclutano la manovalanza proprio all’interno di queste aree di miseria.
Associandosi alle considerazioni dei colleghi che lo hanno preceduto, sottolinea che il salario minimo contribuisce ad aumentare il potere di acquisto delle persone e quindi il prodotto interno lordo; è quindi del tutto incomprensibile la scelta delle forze di maggioranza di rinunciare a questo strumento, che peraltro comporterebbe oneri minimi per le casse dello Stato. Inoltre, la scelta di delegare al Governo la disciplina di questa materia contribuisce a svilire ulteriormente ruolo del Parlamento, le cui prerogative sono già fortemente limitate dall’uso spregiudicato della decretazione di urgenza.
Rileva, infine, che la diffidenza nei riguardi del salario minimo smentisce palesemente la retorica della maggioranza sul primato della famiglia, dal momento che proprio la precarietà del lavoro priva i giovani dei mezzi necessari a costruirsi un futuro. Resta da chiarire, a suo avviso, quale sia l’interesse che muove le forze di Governo, dal momento che la maggioranza degli elettori, anche tra le file di centrodestra, è favorevole all’introduzione di tale misura.
Debora SERRACCHIANI (PD-IDP), ribadendo che il salario minimo è sostenuto dal 73 per cento degli italiani e dal 57 per cento degli elettori di centrodestra, stigmatizza la scelta della maggioranza di eludere il confronto sulla proposta unitaria dell’opposizione, delegando al Governo il compito di disciplinare la materia. A suo avviso, tale scelta non è coerente con gli obblighi imposti al nostro Paese dalla direttiva (UE) 2022/2041, relativa a salari minimi adeguati nell’Unione europea, nonché dall’articolo 36 della Costituzione, in base al quale «il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitoso».
Rilevando che il decreto-legge n. 48 del 2023 ha contribuito ad aggravare la vulnerabilità dei lavoratori, prevedendo la negoziazione diretta con il datore di lavoro in caso di assenza di un contratto collettivo, ricorda che attualmente ben quindici contratti collettivi nazionali prevedono un salario minimo sotto i nove euro; a ciò si aggiungono i circa 3,5 milioni di lavoratori del tutto privi di un contratto collettivo che li tuteli. A fronte di questa oggettiva emergenza sociale, la maggioranza, di fatto, rinuncia ad intervenire e non si occupa neanche di introdurre una disciplina sulla rappresentanza sindacale, che è il presupposto per garantire una contrattazione equa ed efficace: si dimostra, dunque, incapace di sviluppare una iniziativa autonoma e del tutto prona ai diktat del Governo, che peraltro è poco credibile nei tavoli di negoziato europeo e artefice di una legge di bilancio priva di strategie efficaci per promuovere la crescita a medio lungo termine. Al riguardo, osserva che, al contrario delle promesse fatte in campagna elettorale, tale legge di bilancio peggiora significativamente la condizione di diverse categorie di pensionati e pensionandi.
Patty L’ABBATE (M5S) osserva che i gruppi di maggioranza stanno per affossare colpevolmente una proposta di legge che interviene a favore dei lavoratori, i cui salari, sottoposti alla pressione dell’inflazione, hanno raggiunto livelli inaccettabili. Ritiene che il salario minimo, a differenza di quanto sostengono i gruppi della maggioranza, produce effetti benefici sia ai lavoratori, sia alle imprese, stimolando la produttività e l’innovazione delle aziende, come sostenuto anche da eminenti professori di economia. Fa notare, inoltre, che la previsione del salario minimo, primo tassello di una serie di riforme da attuare, rappresenta un valido strumento di politica industriale suscettibile di ridurre la precarietà del lavoro e di arginare fenomeni di stagnazione economica.
Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP) evidenziato come non vi sia stato alcun intervento, né da parte della relatrice, né da parte di altri di altri esponenti di maggioranza, volto a illustrare il contenuto dell’emendamento Rizzetto 1.6, stigmatizza una simile mancanza di confronto, messa in campo in violazione dei diritti delle minoranze. Ricorda che il tema del salario minimo è da tempo a cuore sia del PD sia del M5S, nonostante non sia stato possibile, in passato, perfezionare un intervento sul tema a causa degli equilibri della maggioranza nella passata legislatura. Ritiene che la maggioranza, attraverso la previsione di una delega in bianco, non faccia altro che prendere altro tempo, rimettendo ad altri la responsabilità di un intervento sulla materia. Esprime forti perplessità sulla formulazione dell’emendamento Rizzetto 1.6, facendo notare che una reale e seria promozione della contrattazione collettiva non può che derivare dall’attuazione dell’articolo 39 della Costituzione, non certo dalla previsione di una delega generica al Governo. Ritiene urgente intervenire prevedendo un salario minimo, al fine di contrastare il lavoro povero.
Enrico CAPPELLETTI (M5S) contesta le affermazioni degli esponenti dei gruppi di maggioranza rilasciate agli organi di stampa, che parlano di battaglia ideologica sul salario minimo. Fa notare piuttosto che è in gioco l’attuazione dell’articolo 36 della Costituzione, al fine di garantire salari dignitosi ai milioni di lavoratori alle soglie della povertà. Ricorda che il suo gruppo lotta per il salario minimo da un decennio e che la stessa Lega, oggi contraria, lo prevedeva come primo punto del suo programma alle elezioni politiche del 2018. Ritiene che il salario minimo non determini alcun livellamento verso il basso dei salari, facendo piuttosto notare che il testo della proposta di legge C. 1275 fa salvi i trattamenti di maggior favore previsti dalla contrattazione collettiva. Ritiene in ogni caso che la contrattazione collettiva, da sola, non basti a salvaguardare i livelli salariali, come dimostrano i rinnovi contrattuali di alcune categorie, nell’ambito della vigilanza privata. Ritiene che la previsione di un salario minimo rientri in un modello di sviluppo intrapreso dalla maggior parte dei Paesi europei, potenzialmente in grado di aumentare la competitività delle imprese e l’innovazione.
Walter RIZZETTO, presidente, considerata l’imminente ripresa dei lavori dell’Assemblea, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 18.30.