L’economia italiana è ripartita, ma la strada “sarà lunga e difficile”, per questo non si può ancora parlare di ripresa. E’ questa l’analisi di Confindustria che, nelle previsioni contenute negli “Scenari economici” del Centro Studi rivede al rialzo le stime del prodotto interno lordo.
Nel 2015 il Pil viene così previsto in crescita dello 0,8%, rispetto alla stima di dicembre che lo attestava allo 0,5%, mentre per il 2016 viene rivisto a +1,4%, a confronto con il precedente +1,1%.
La variazione positiva – spiegano gli economisti di Confindustria – rappresenta una svolta dopo un triennio di profonda contrazione (-4,9% cumulato). La dinamica del PIL è prevista in accelerazione nel secondo semestre di quest`anno e in graduale attenuazione nel 2016. Tale andamento sarà sostenuto dal pieno dispiegarsi degli effetti positivi della svalutazione dell`euro, del prezzo del petrolio basso, della riduzione dei tassi di interesse e della maggiore domanda interna nell`Euro area.
Parlare di ripresa però ancora non si può. “La parola ripresa – spiega il direttore del Csc, Luca Paolazzi – non è appropriata. Ci vorranno anni per ritornare nella situazione pre-crisi. Si può certamente parlare di ripartenza, risalita, anche se sarà una risalita lunga e difficile, perchè c’e’ una mancanza di progressione. L’economia italiana fatica a guadagnare velocità”.
Per recuperare il terreno perso – spiegano dal Csc – è necessario rimuovere gli ostacoli e attuare le riforme, in modo da tornare a crescere del 2,5%. “Ipotizzando così una crescita del 2,5% del Pil dal 2017 – sottolinea Paolazzi – potremmo tornare ai livelli pre-crisi nel 2037. Per questo la strada sarà lunga e difficile”.
Gli incrementi di PIL previsti per quest`anno e per il prossimo sono superiori di tre decimi di punto rispetto alle stime elaborate in dicembre. La differenza per quest`anno – spiegano gli economisti del Csc – è dovuta al trascinamento dal 2014 meno negativo rispetto a quanto atteso (-0,1% verso -0,2%), a un incremento nel primo trimestre superiore (+0,3% contro +0,2%) e alla dinamica nel corso dell`anno migliore, specie nel secondo semestre (+0,40% medio).
Il trascinamento al 2016 risulta, con i nuovi profili, pari a +0,6%. Ciò porterà la crescita media annua all`1,4%, pur in presenza di un andamento trimestrale meno vivace e in graduale rallentamento nel corso dell`anno.
Tassi, cambio e prezzo del petrolio bassi e riaccelerazione del commercio mondiale hanno un impatto potenziale complessivo sul PIL italiano che – secondo le stime CSC – è pari a 2,0 punti percentuali nel 2015 e ad altri 1,2 punti nel 2016. Le nuove previsioni di +0,8% nel 2015 e di +1,4% nel 2016, osservate dall`angolo visuale di tale impatto, appaiono qundi prudenti e lasciano spazio a sorprese positive. A questo però si deve aggiungere che lo scenario attuale “non incorpora due fattori di potenziale rischio: un più debole trend globale e il contagio greco”.
Nel biennio 2015-16, in ogni caso, il traino della risalita del PIL passa dalle esportazioni nette alla domanda interna. Le prime – per il Csc – daranno ancora un apporto positivo (+0,2 punti percentuali all`anno), ma inferiore a quello dei tre anni passati a causa del forte aumento dell`import, giacché l`export è atteso in robusta accelerazione. La seconda torna ad aumentare (+0,6% quest`anno e +1,2% il prossimo), fornendo un contributo di 0,6 e di 1,1 punti percentuali, rispettivamente nei due anni, all`incremento del PIL.