“Internet cambia l’Italia” è racchiuso in questo slogan, il senso del primo Italian Digital Agenda Annual Forum tenutosi oggi a Roma, con cui Confindustria Digitale, la nuova Federazione delle imprese dell’Ict, ha voluto chiamare a confronto il Governo sulla grande opportunità che lo sviluppo dell’economia digitale rappresenta per rilanciare la crescita e modernizzare il Paese.
“Le imprese italiane dell’Ict offrono la piena collaborazione al governo perché l’Agenda Digitale diventi un grande progetto nazionale in grado di aprire il Paese a un nuovo ciclo economico – ha affermato il presidente di Confindustria Digitale, Stefano Parisi, che ha recentemente presentato un piano al governo per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Agenda digitale europea entro il 2015.
“Il completo switch off verso il digitale della Pa – ha spiegato Parisi – può contribuire a ridurre la spesa pubblica annua in modo strutturale e recuperare risorse per oltre 56 miliardi di euro”. “La maggior disponibilità di servizi pubblici e privati on line – continua – consentirebbe un risparmio di circa 2.000 euro l’anno a famiglia. Se le imprese italiane raddoppiassero gli investimenti in Ict, si avrebbe una crescita della produttività tra il 5 e il 10% , mentre se aumentassero solo dell’1% il loro fatturato estero attraverso le vendite on-line, le nostre esportazioni totali aumenterebbero dell’8% pareggiando il saldo import-export di beni e servizi. Se dunque, come sta accadendo nei principali paesi, lo sviluppo dell’Internet economy diventerà anche da noi il centro delle politiche per la crescita, il contributo all’aumento del Pil potrebbe essere dell’ordine del 4-5% nei prossimi tre anni”.
Oggi l’economia digitale in Italia pesa il 4% sul Pil, sottolinea Confindustria digitale, dato che segnala il ritardo del nostro Paese, dove l’uso di Internet è ancora limitato al 50% della popolazione (68% la media Ue27), la pratica dell’ e-Government riguarda non più dell’8% (21% Ue27) e quella dell’e-commerce il 15% (43% Ue27). Anche dal lato delle imprese il gap è forte: solo il 4% delle imprese italiane effettua vendite direttamente on-line a fronte di una media Ue27 del 12%.
“Per questo l’obiettivo prioritario da raggiungere entro il 2013 – ha concluso il presidente di Confindustria Digitale – deve essere quello di recuperare il gap con l’Europa sull’uso dei servizi Internet.
Il piano di Confindustria digitale per l’attuazione dell’agenda digitale prevede cinque assi d’intervento: sviluppo della domanda pubblica e privata di servizi online, investimenti infrastrutturali, ecosistema internet, creazione di un vero mercato di venture capital, formazione dei lavoratori non nativi digitali.