Continua la mobilitazione degli operai edili delle concessionarie autostradali indetta dai sindacati di categoria Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil in difesa di 3 mila posti di lavoro a rischio dopo la bocciatura dell’emendamento Borioli-Esposito che riportava dal 20% al 40% la percentuale degli appalti in affidamento alle aziende controllate dai concessionari autostradali.
Dopo lo sciopero di otto ore di lunedì 20 novembre e il presidio di 1.000 lavoratori in piazza Montecitorio, oggi a Torino e Firenze si è svolta una seconda giornata di mobilitazione, con astensione dal lavoro di 4 ore e blocco dei caselli autostradali. Altre ore di sciopero sono previste per il presidio al Casello di Genova Ovest.
“L’applicazione del nuovo codice degli appalti sta producendo delle gare aggiudicate con ribassi tra il 32 ed il 40% – spiega Fabio Marante, segretario generale Fillea Liguria -, una vera e propria vergogna. La gravità della situazione impone una presa di responsabilità direttamente del presidente del Consiglio al quale si rivolge direttamente la nostra protesta. Vogliamo risposte, e non ci fermeremo fino a quando non le avremo”.
In Toscana i posti a rischio sono 200, motivo per cui i lavoratori hanno tenuto un presidio presso il casello autostradale Impruneta, sulla Firenze-Siena. “Il nostro obiettivo – spiega Giulia Bartoli, segretario generale della Fillea Toscana – è recuperare l’emendamento, solo così sarà possibile tutelare l‟occupazione e scongiurare la destrutturazione di un comparto tra i più specializzati del settore edile. Anche la prossima settimana sarà di nuovo sciopero – aggiunge Bartoli -, non ci fermeremo fino a quando non sarà trovata una soluzione”.
Anche a Torino si è tenuto uno sciopero con manifestazione presso la direzione primo tronco di Autostrade per l’Italia. E la prossima settimana sarà sciopero ad Alessandria, Asti, Vercelli e Cuneo. “Per noi è mobilitazione permanente – spiega Massimo Cogliandro, segretario generale della Fillea Piemonte -, i lavoratori edili del settore che in Piemonte rischiano di perdere il posto di lavoro sono oltre 1.000, nella sola Alessandria 600.”
E.M.