La prossima settimana sara’ decisiva per capire che fine fanno i rinnovi contrattuali, sospesi nel limbo dopo che e’ saltato l’incontro di martedì 22 settembre sulla riforma del sistema. Ladata chiave e’ quella del 1 ottobre, quando Federalimentare e i sindacati di categoria torneranno ad incontrarsi. Altri due appuntamenti sono fissati per il 6 e il 7. Proprio questa trattativa e’ il casus belli che ha fatto deflagrare le tensioni tra sindacati e imprese, accusate, queste ultime, di fare melina su ordine di Confindustria, in attesa della trattativa interconfederale sulla riforma del sistema.
Tesi peraltro ribadita nel week end anche da Susanna Camusso, ma smentita nettamente dal vicepresidente di Federalimentare Leonardo Colavita. Con una nota, Colavita ha negato di aver mai subito pressioni: “Federalimentare ha agito responsabilmente, aprendo il negoziato nonostante le difficoltà economiche e di contesto che avrebbero potuto consigliare ulteriori riflessioni. Abbiamo affermato con determinazione la necessità di procedere nel negoziato monitorando in parallelo il confronto tra le parti sociali per una modernizzazione delle regole sulla contrattazione, dichiarando al tavolo che Confindustria non è mai in nessun modo intervenuta sulle scelte della Federazione”.
Colavita, tuttavia, aggiunge che “Federalimentare continuerà a condurre le trattative nell’esclusivo interesse delle aziende rappresentate e non avrà alcun problema a chiudere il contratto se verranno accettate le proprie richieste”. Naturalmente, con alcuni paletti: “Come già affermato da Squinzi, in questi anni il costo dei salari è cresciuto più dell’inflazione ed è quindi necessario, in sede di confronto, riflettere sul contenimento dei costi per le imprese, con soluzioni che vadano a compensare il ‘credito’ vantato dalle imprese a seguito del differenziale intercorso tra inflazione programmata e reale”.
Stefania Crogi, segretaria generale della Flai Cgil, e’ scettica sulla buona volontà di Federalimentare: ‘’Vedremo se veramente intendono fare qualcosa di serio. Noto però che aver fissato in agenda per il 6 un appuntamento di sole tre ore, dalle 14.00 alle 17.00, non sembra corrispondere ai tempi necessari a una trattativa approfondita”. Stefano Mantegazza, segretario generale Uila, aggiunge che ” la decisione di Confindustria di arroccarsi ovviamente rischia di complicarci la vita. Quando abbiamo preso i primi contatti con Federalimentare ci era stato garantito un percorso che, pur tra le ovvie difficolta’, avrebbe portato al rinnovo del contratto. Sopratutto, era chiaro che non ci sarebbero stati ostacoli esterni. Oggi il quadro e’ diverso, e che Confindustria voglia bloccare i rinnovi mi pare del tutto evidente, Vedremo il primo ottobre quale sara’ l’atteggiamento di Federalimentare”.
Secondo Mantegazza, comunque, ci sarebbero anche differenze di posizione tra le imprese del settore e la federazione di categoria: con le prime nteressate a chiudere il contratto ( anche per poter cogliere in pieno l’effetto positivo dell’Expo sul settore senza grane con i sindacati) e Federalimentare, molto piu attenta ai ”desideri” di Confindustria. Ma, precisa il sindacalista, ”e’ solo una mia sensazione”.
Resta che il forfait di Cgil e Uil al tavolo del 22 settembre ha irritato moltissimo Giorgio Squinzi, al punto di paralizzare anche le consuete diplomazie sotterranee che entrano in gioco in questi casi. Anche l’incontro tra Squinzi e Camusso ad Assisi e’ stato caratterizzato da notevole freddezza. E nulla al momento lascia intendere che sia prossimo il disgelo. Conferma Crogi: “non abbiamo segnali positivi, nemmeno a livello informale”.
N.P.