“L’Industria automobilistica in Italia e in tutta Europa sta attraversando una fase critica, caratterizzata da una significativa trasformazione verso la mobilità elettrica e la digitalizzazione. Questa transizione, sebbene necessaria e inevitabile, sta provocando chiusure di fabbriche, licenziamenti collettivi, ampio utilizzo di ammortizzatori sociali in tutte le case automobilistiche d’Europa e degli USA. Tale crisi è aggravata dalla crescente competitività delle vetture prodotte in Cina che sono ampiamente supportate da aiuti di Stato. A fronte di questo scenario la Fismic Confsal richiede all’Europa di meglio definire le tempistiche per la transizione ecologica tenendo conto della Net Zero e di misure volte a bloccare l’importazione in dumping di prodotti cinesi e incentivi al mercato che favoriscano l’accesso ai modelli più evoluti tecnologicamente alle fasce sociali meno abbienti”.
È questa l’analisi del segretario generale Fismic Confsal, Roberto Di Maulo, espressa nel corso del coordinamento nazionale del settore automotive, con la partecipazione di oltre 100 delegati che operano in tutte le realtà produttive del settore automotive in Italia.
“Al Governo italiano -prosegue il sindacalista- chiediamo misure urgenti in campo di strumenti di protezione sociale, in quanto gli ammortizzatori sociali esistenti stanno per esaurirsi e questo comporterebbe un disastro sociale di proporzioni inaudite, specialmente nelle aziende della componentistica. Sollecito, inoltre, al Governo di smetterla di ingaggiare inutili baruffe sui media con Stellantis e che convochi finalmente una riunione conclusiva in cui tutti gli attori coinvolti, comprese le OO.SS., impegnino Stellantis ad aumentare la produzione nazionale di autoveicoli con l’obiettivo di raggiungere 1 milione di veicoli l’anno”.
“A mio giudizio -aggiunge- il raggiungimento di tale obiettivo non deve prevedere l’ingresso di un secondo produttore cinese, che in tale situazione sarebbe sostitutivo e non aggiuntivo alla produzione italiana di Stellantis. A Stellantis sollecito di accelerare il ciclo di investimenti previsti; pur apprezzando il piano industriale Dare Forward 2030, ritengo che per alcuni stabilimenti, segnatamente per Mirafiori, Melfi e Cassino, non si possa attendere il 2026 per avere i nuovi modelli. Inoltre, come Fismic Confsal chiediamo che i nuovi modelli previsti solo come elettrici siano prodotti anche come ibridi. Per quanto riguarda la Gigafactory di Termoli, ritengo scellerata la decisione del Governo di destinare i finanziamenti previsti ad altre misure del PNRR. Tali finanziamenti devono, invece, essere un’arma per costringere ACC ad accelerare il proprio Piano Industriale e per far partire la Gigafactory a Termoli”.
“Nei prossimi giorni chiederemo alle altre Organizzazioni sindacali di definire congiuntamente un percorso di mobilitazione nei territori prevedendo il coinvolgimento delle Istituzioni locali e nazionali attraverso una serie di manifestazioni da tenere presso le Prefetture”, conclude Di Maulo.