Nella bozza del decreto fiscale che accompagnerà la manovra e che dovrebbe essere varata insieme al ddl bilancio entro la prossima settimana sono molte le riforme: dall’inasprimento della lotta all’evasione e alle frodi sull’Iva e sulle accise con il “potenziamento di verifica e controlli”, a partire dai prodotti petroliferi; alla lotteria degli scontrini su cui non si pagheranno tasse. Ma anche l’ampliamento del contrasto alle frodi Iva sulle auto oltre all’estensione ai casi di condanna o patteggiamento per i delitti in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto dell’istituto della confisca penale ‘per sproporzione’, cioè la confisca obbligatoria dei beni di cui il condannato non può giustificare la legittima provenienza e di cui risulta essere titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo in valore sproporzionato al proprio reddito.
Tra le misure contenute nel decreto anche interventi per consentire alla Guardia di finanza di usare i dati delle fatture elettroniche non solo per verifiche e controlli fiscali ma anche per poter “utilizzare tale importante patrimonio informativo per tutte le funzioni istituzionali di polizia economico-finanziaria potenziando l’attività di contrasto di qualunque forma di illegalità”.
In arrivo poi disposizioni in materia di giochi con l’arrivo dell’agente sotto copertura mentre sarebbe ancora in bilico, la norma che prevede un premio per l’esercente del pagamento elettronico.
Ancora, sulla stretta sulle compensazioni contenuta nella bozza del decreto fiscale dovrebbero arrivare, secondo le stime della relazione tecnica che accompagna il provvedimento, 1 miliardo di euro di risparmio di spesa per le casse pubbliche nel 2020 (1.084 milioni), 878 milioni di euro in ciascuno degli anni 2021-2022.
Una stima che secondo i calcoli del governo è prudenziale perché “la quantificazione viene limitata ai soli crediti per Irpef, Ires e Irap (senza considerare le altre imposte minori).
Nel corso degli anni sono state introdotte numerose misure di controllo preventivo, finalizzate al contrasto delle indebite compensazioni di crediti effettuate tramite modello F24. Nella relazione tecnica era stato osservato l’effetto prodotto dalla riduzione da 10 mila a 5 mila euro del limite oltre il quale erano necessari, per la compensazione del credito Iva, la preventiva presentazione della relativa dichiarazione e l’invio esclusivo del modello F24 attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. Tale disposizione del 2012 aveva prodotto una riduzione dei crediti compensati del 33,83% su base annua, di cui circa la metà (16,92%) ascrivibile all’obbligo di presentare preventivamente la dichiarazione da cui emerge il credito. Questo requisito (la preventiva presentazione della dichiarazione da cui emerge il credito, per importi annui del credito superiori a 5 mila euro) è proprio ciò che viene introdotto dalla disposizione in commento per la compensazione dei crediti relativi alle imposte dirette.
E.G.