Nella giornata di ieri, 22 giugno, il Senato ha approvato la fiducia al Decreto Lavoro, lanciato dal Cdm lo scorso primo maggio, con 96 sì e 55 no. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera, ma dati i tempi stretti per la conversione, con termine ultimo fissato al 3 luglio, è probabile che Montecitorio confermi il testo giunto da Palazzo Madama senza ulteriori modifiche.
Tra le novità più rilevanti e discusse c’è l’Assegno di inclusione (Adi), in vigore dal primo gennaio 2024, che sostituirà il reddito di cittadinanza, che decade quindi dal 31 dicembre 2023. È prevista la rimodulazione della scala di equivalenza e l’aumento di 42 milioni delle risorse per ampliare la platea dei possibili beneficiari ai soggetti svantaggiati inseriti in programmi di cura e assistenza, senza penalizzare i disabili (una precedente versione della norma riduceva le risorse alla disabilità).
Via libera con un emendamento della relatrice Paola Mancini (FdI) alla proroga di tre mesi, dal 30 giugno al 30 settembre 2023, dello smart working per i fragili della Pubblica amministrazione. La proroga non riguarda i lavoratori della P.a. con figli fino a 14 anni per i quali lo smart working termina alla fine di giugno. Nel settore privato, invece, è stata disposta la proroga al 31 dicembre 2023 sia per i fragili che per i genitori con figli.
Tra le altre novità approvate con emendamenti della relatrice anche l’incrementato di 5 milioni di euro del fondo per le famiglie delle vittime degli incidenti sul lavoro. È passato anche l’aumento delle risorse per i prepensionamenti nel settore dell’editoria mentre la relatrice ha ritirato l’emendamento che attribuiva un milione di euro alla Presidenza del Consiglio per la campagna di comunicazione sull’assegno di inclusione.
Per quanto riguarda il percorso personalizzato di avvio al lavoro previsto per i beneficiari dell’assegno di inclusione, con un emendamento della relatrice è stato disposto che esso possa comprendere anche “la partecipazione a progetti utili alla collettività” gestiti dai Comuni o altre Amministrazioni pubbliche in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni.
Sul capitolo dei fringe benefit, è stata confermata la soglia a 3.000 euro per il 2023 della quota non tassata per i lavoratori dipendenti con figli a carico. E’ stato anche chiarito che l’esenzione riguarda non solo le tasse ma anche i contributi.