Gli ultimi dati “mostrano che la crescita economica nell’area euro sta guadagnando slancio”, ha affermato il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, durante una audizione al Parlamento europeo. La dinamica “si è chiaramente rafforzata”, ha aggiunto, indicando i tre fattori in cui il miglioramento si riflette maggiormente: i cali del petrolio, il rafforzamento della domanda esterne, delle condizioni finanziarie generali e il calo dell’euro.
La Bce sta “tenendo attentamente sotto controllo” i rischi sulla stabilità finanziaria, inclusi quelli “derivanti dalle eccessive prese di rischio” mediante i suoi stessi programmi monetari, come il piano di acquisti di titoli di Stato. Tuttavia “attualmente questi rischi sono contenuti -ha affermato Draghi- E se dovessero emergere, le politiche macro prudenziali sarebbero orientate e gestirli”.
Sempre relativamente al piano di quantitative easing, la Bce continuerà a comprare titoli di Stato fino a quando l’inflazione non sarà solo tornata, ma si sarà ragionevolmente stabilizzata in prossimità dei valori auspicati (inferiore ma vicina al 2 per cento)”, ha inoltre riferito Draghi, avvertendo che nel valutare la dinamica dei prezzi l’istituzione guarderà “alle tendenze”, senza lasciarsi distrarre da “qualunque sorpresa (al rialzo o al ribasso) che venisse giudicata momentanea e senza implicazioni per le prospettive di medio termine”.
Il presidente della Bce si è detto poi “fiducioso” che “le discussioni tecniche attualmente in corso tra autorità europee e Grecia, con la buona volontà, produranno il risultato di ricreare fiducia sul fatto che il Paese si rimette sulla strada giusta”. In Grecia il governo di Alexis Tsipras “dovrebbe impegnarsi a onorare pienamente tutti i debiti” del paese, verso “tutti i creditori”, ha aggiunto Draghi. Mentre le trattative con le istituzioni europee “dovrebbero focalizzarsi sulla necessità fare sì che vi siano le condizioni per una conclusione positiva” della rassegna sul programma di correzione.
“Verrà anche il giorno” in cui la Bce potrà decidere se ripristinare o meno a favore della Grecia l’eccezione sulle soglie minime di rating, per accettare i suoi titoli di Stato a garanzia dei prestiti che eroga alle banche. “Ma servono diverse condizioni che al momento non ci sono”, ha puntualizzato Draghi.
E rispondendo alle accuse di “ricatto” lanciate dall’eurodeputata portoghese Marisa Mathias, Draghi ha rilevato che attualmente “la Bce ha una esposizione da 140 miliardi di euro verso la Grecia, raddoppiata rispetto ai livelli di dicembre. Equivale al 65% del Pil greco, che è il livello più elevato dell’area. Quindi che genere di ricatto sarebbe?”.
Nell’area euro sono stati compiuti miglioramenti sulla produttività del lavoro tramite riforme, e “in paesi come Spagna e Italia sono stati avviati progressi sul mercati del lavoro”, ha affermato il presidente della Bce. Rispondendo alla domanda di un eurodeputato “attualmente – ha detto Draghi – non abbiamo inviato lettere a nessuno”.
Nuovo richiamo Draghi agli Stati dell’area euro sulle riforme strutturali. “I risultati positivi del nostro piano di acquisti di titoli di Stato non devono distrarre altre parti dal dare i loro contributo per rimettere l’economia in carreggiata”, ha affermato il presidente della Bce durante una audizione al Parlamento europeo.
Da un lato è necessaria una attuazione “piena” del patto di stabilità e di crescita. Dall’altro “bisognerebbe mettere con determinazione in campo riforme strutturali. La combinazione di strutture economiche migliorate e di politiche di bilancio sane ha il potenziale di rendere le nostre economie più efficaci e di aumentare gli investimenti”.
La Bce si attende che l’inflazione dell’area euro si mantenga a livelli “molto bassi o negativi” nei prossimi mesi, a riflesso dei cali dei prezzi del petrolio. Successivamente, a fine il caro vita dovrebbe registrare una “graduale risalita”, ha ribadito Draghi.