L’Istat ha pubblicato questa mattina il rapporto sul conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle aziende. Secondo quanto emerso, il dato relativo a reddito e potere d’acquisto delle famiglie risulta in aumento nel primo trimestre dell’anno e torna a salire anche la propensione al risparmio dopo diversi trimestri di calo. Secondo i dati dell’Istat, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato del 3,2% rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa per consumi finali è cresciuta dello 0,6%. A fronte di una sostanziale stabilità dei prezzi (+0,1% la variazione congiunturale del deflatore implicito dei consumi), il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto del 3,1%. La propensione al risparmio delle famiglie è stata pari al 7,6%, in aumento di 2,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
“Il potere d’acquisto delle famiglie – ha spiegato l’Istat – è aumentato del 3,1% rispetto al trimestre precedente, grazie al sensibile rallentamento della dinamica dei prezzi. La propensione al risparmio delle famiglie, pur continuando il suo calo in termini tendenziali, ha segnato il primo aumento in termini congiunturali dopo diversi trimestri di diminuzione, attestandosi al 7,6%”.
Per quanto riguarda l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil, nel I trimestre 2023 è stato pari al -12,1% (-11,3% nello stesso trimestre del 2022), un dato che “ha mostrato un peggioramento rispetto allo stesso trimestre del 2022 per la minore incidenza delle entrate, riflesso in una riduzione della pressione fiscale”, spiega l’Istituto di statistica. Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -8,8% (-7,6% nel primo trimestre del 2022). Anche il saldo corrente è stato negativo, con un’incidenza sul Pil del -6% (-5,9% nel primo trimestre del 2022). La pressione fiscale è stata pari al 37%, in riduzione di 0,9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell`anno precedente.
La pressione fiscale nel primo trimestre 2023 è stata pari al 37%, in riduzione di 0,9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le entrate totali nel primo trimestre 2023 sono aumentate in termini tendenziali del 5,9% e la loro incidenza sul Pil è stata del 41,7%, in calo di 0,8 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2022. Le entrate correnti e le entrate in conto capitale nel primo trimestre 2023 hanno segnato, in termini tendenziali, un aumento rispettivamente del 5,3% e del 35,1%.
Nel primo trimestre dell’anno la quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 43,7%, è diminuita di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Si tratta del primo calo congiunturale dal primo trimestre del 2021. Anche il tasso di investimento ha segnato una lieve diminuzione per il rallentamento della spesa per investimenti. Il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 24%, è infatti diminuito di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
e.m.