La presidente della Bce, Christine Lagarde, ha annunciato un nuovo aumento dei tassi. “Il nostro lavoro non è ancora finito. Escludendo un mutamento sostanziale delle prospettive di inflazione, continueremo a innalzare i tassi a luglio”, ha affermato Lagarde nel corso del forum dell’istituto centrale che si è tenuto ieri, 27 giugno, a Sintra, in Portogallo. Una decisione che per il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, “rappresenta una scelta sbagliata e controproducente per l’intera economia europea”, che unita all”inerzia del governo non risolvono un’inflazione da profitti e impoveriscono milioni di lavoratori e pensionati”.
“Dopo 7 rialzi dei tassi, per 400 punti base in totale”, e l’annuncio di un ulteriore aumento a luglio, Landini punta il dito sulla contraddizione della governatrice centrale, che nella sua analisi “ha spiegato come circa due terzi dell’inflazione dipendano dalla forte crescita dei profitti delle imprese. A conferma, dunque, che non c’è alcuna spirale salari-prezzi, al punto che la stessa Lagarde ha invitato le imprese ad assorbire l’aumento del costo del lavoro nei loro margini”.
“Da tempo denunciamo – aggiunge il segretario della Cgil – la spirale profitti-prezzi e il rischio di una fase recessiva, che può essere evitata solo aumentando significativamente i salari”. Ma l’accusa si rivolge anche alla sostanziale inerzia del governo, che se da una parte “critica le scelte della Bce, dall’altra non tassa gli extraprofitti, non contrasta l’evasione, attua politiche fiscali regressive, riduce i sostegni alle famiglie per il “caro energia”, non affronta l’emergenza salariale, non rinnova i contratti del pubblico impiego – mandando un pessimo segnale anche ai settori privati -, taglia sanità e servizi, non utilizza strumenti di governo dei prezzi e non implementa investimenti e PNRR”.
“Gli effetti negativi di questa linea di politica economica – conclude Landini – si scaricano interamente sui redditi fissi. A crescere sono solo i bilanci delle banche e i margini delle imprese, ma non è impoverendo milioni di persone e comprimendo la domanda interna che si combatte l’inflazione e si rilancia l’economia italiana. Pertanto, è sempre più urgente rinnovare tutti i contratti nazionali e mettere in campo politiche fiscali e sociali a sostegno di lavoratori e pensionati”.
e.m.