“Le delocalizzazioni di imprese all’interno dell’Ue, come nel caso della Embraco (gruppo Whirlpool) che intende chiudere lo stabilimento di compressori per elettrodomestici di Riva di Chieri (Torino) per trasferire la produzione in Slovacchia, devono sottostare a regole europee precise quando sono coinvolti aiuti e incentivi pubblici, perché il denaro dei contribuenti, come per esempio quello dei Fondi strutturali comunitari, dovrebbe servire a creare nuovi posti di lavoro, non a spostare posti di lavoro da uno Stato all’altro”.
Lo ha detto, durante una conferenza stampa oggi a Bruxelles, la commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager, rispondendo alle domande dei giornalisti riguardo al suo incontro di ieri con il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, in cui si è parlato, fra l’altro, proprio della vicenda Embraco.
“Qualunque azienda può individuare nel trasferimento della propria produzione in un altro Stato membro una opportunità di business, secondo la propria logica industriale, si possono avere delle buone ragione per farlo, e questo non è assolutamente una cosa che ci preoccupi. Ma diventa una nostra preoccupazione se c’è il coinvolgimento del denaro dei contribuenti”, ha spiegato Vestager.
Tanto che, ha aggiunto, “dapprima nel 2014 e poi di nuovo l’anno scorso, abbiamo introdotto delle regole più rigorose per impedire che il denaro dei contribuenti sia usato per trasferire i posti di lavoro da uno Stato membro a un altro”.
Si tratta, insomma, di “una questione che abbiamo a cuore, e questo si riflette nel fatto che abbiamo introdotto delle regole più stringenti”. Inoltre la commissaria ha ricordato che, “una delle cose che abbiamo fatto, per accertare che, per esempio, i Fondi strutturali non vadano a finanziare trasferimenti di posti di lavoro, è stato stabilire che non si possono fare licenziamenti per due anni prima di ricevere gli aiuti e per due anni dopo averli ricevuti. E questo – ha sottolineato Vestager – è un impegno che le aziende devono prendere e firmare, e che rende efficaci queste regole”.
Vestager ha ricordato che ci sono anche stati dei precedenti: “abbiamo avuto un paio di casi in cui abbiamo posto delle domande agli Stati membri”, ha detto, aggiungendo che “quando vengono fatte delle accuse seguiamo la vicenda segnalata per vedere quali sono i punti positivi e negativi, ma naturalmente – ha precisato rispetto alle domande su Embraco – non diamo giudizi di sorta prima di avere una conoscenza precisa dei fatti. Certo – ha aggiunto -, noi vogliamo assicurarci che le nostre regole siano rispettate”.
“Se la gente è preoccupata, se veniamo a conoscenza di vicende in corso in cui non si rispettano le regole, allora cominciamo a fare domande. Ma prima di avere le risposte non prendiamo posizione, perché abbiamo bisogno di prove, di conoscere i fatti sul terreno”, ha spiegato ancora la commissaria.
Insomma, la Commissione interviene “se troviamo che le accuse sono vere: lo abbiano fatto in passsato e naturalmente lo faremo ancora”, ha avvertito Vestager.