“La montagna ha partorito un topolino. Nessuna risposta sulla nostra richiesta di emettere un decreto specifico che disponga l’obbligo di interrompere le attività lavorative quando vengono superati i 32 gradi centigradi, ovviamente, nel caso in cui non venissero realizzati specifici accordi di rimodulazione orari o riorganizzazione del lavoro, per gestire le situazioni di emergenza caldo”. A dichiararlo in un nota congiunta sono il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, e la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, al termine dell’incontro con il ministero del lavoro in cui è stata illustrata alle parti sociali la bozza del Protocollo condiviso per l’adozione delle misure di contenimento dei rischi lavorativi da esposizione ad alte temperature negli ambienti di lavoro.
Bombardieri e Veronese esprimono apprezzamento per la decisione di tenere “fuori dai contatori” la cassa per l’edilizia, così come per la Cisoa ad ore per i tempi indeterminati in agricoltura, “ma serve una copertura anche per gli stagionali che ne sono esclusi. Inoltre, anche partite iva, collaboratori, lavoratori a chiamata , autonomi e rider vanno protetti, sia per la salute sia per il reddito”. Inoltre, “la app WORKLIMATE, utilissima per la prevenzione, secondo noi, deve essere applicata obbligatoriamente”.
“Dalla discussione su un Protocollo per le alte temperature – proseguono i due sindacalisti – siamo finiti a parlare di un Protocollo quadro sui cambiamenti climatici da declinare, poi, nei vari settori, chiesto dalle Associazioni datoriali per evitare di veder individuate responsabilità e obblighi di azione ben definiti. Ma l’urgenza di proteggere la vita delle lavoratrici e dei lavoratori la sentiamo solo noi?”.
A valle dell’incontro, Bombardieri e Veronese si dichiarano “insoddisfatti, poiché l’urgenza della situazione climatica critica richiederebbe azioni immediate che, al momento, ancora non vediamo. Questo ci fa perdere tempo e non coglie l’urgenza del momento. Ci attiveremo, comunque, con tutte le nostre strutture per monitorare la situazione in ogni luogo di lavoro per la tutela di tutte le persone lavoratrici”, concludono.
e.m.