Raffaella Vitulano
Per i 7.000 lavoratori occupati nel settore della stampa di banconote in Europa, la stampa dell’euro rischia di costare la perdita del posto di lavoro.
In effetti, dopo le necessità di produzione per il lancio della moneta unica, previsto per il 2002, verranno fabbricati solo 4,8 miliardi di biglietti, cifra che corrisponde solo ad un terzo di quanti ne vengono prodotti attualmente. Nessun livello di produzione è stato ancora fissato per dopo il 2002, e questo crea ancor più inquietudine tra i lavoratori.
Per l’Uni-Europa Graphical (Uni-Eg), il fatto che la produzione dell’euro sia una decisione strategica europea implica che le autorità europee, tra cui la Banca centrale europea (Bce), abbiano una responsabilità diretta sulle conseguenze di tale decisione.
Le richieste di Uni-Eg sono le seguenti:
* mantenimento delle quote nazionali;
* responsabilità europea sulle conseguenze sociali dell’introduzione dell’euro;
* riduzione massima dei tagli occupazionali;
* in caso di perdita del posto di lavoro, negoziati con le organizzazioni sindacali;
* definizione di un piano sociale europeo che comprenda un’indennità di licenziamento;
* negoziazione di un accordo europeo su un piano di riconversione che comprenda la formazione-reinserimento dei lavoratori a rischio;
* creazione di un Fondo europeo per coprire le richieste sociali.
Fino ad ora, la Bce ha chiaramente mostrato di non garantire gli attuali posti di lavoro e di non esser pronta a costituire un fondo di licenziamento; né a prevedere un piano di riconversione per i dipendenti che dovessero perdere il proprio impiego grazie alla decisione d’introdurre la moneta unica.
Questa è la ragione per la quale, dopo la manifestazione del 19 giugno che ha riunito a Francoforte oltre 300 delegati provenienti da 13 paesi dell’Unione europea, l’Uni-Eg organizza per domani una conferenza stampa a Bruxelles nella sede della Ces. E’ prevista un’introduzione da parte di Emilio Gabaglio, segretario generale della Ces, cui seguirà una presentazione delle rivendicazioni da parte di Tony Dubbins, presidente di Uni-Eg.