Acciaierie d`Italia il 12 novembre ha comunicato la sospensione momentanea di 145 aziende dell`appalto per motivazioni esclusivamente legate al cash flow della multinazionale. “L`azienda improvvisamente scopre di essere in difficoltà – sottolineano in una nota congiunta Gianni Venturi, responsabile nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil, e Giuseppe Romano, segretario generale Fiom-Cgil di Taranto – nonostante le rassicurazioni dell`Amministratore Delegato di Arcelor Mittal, di circa un mese fa, in cui ci comunicava che nonostante le piccole riduzioni della capacità produttiva dovute all`emergenza gas, lo stabilimento della ex Ilva di Taranto era molto forte, in ottima salute e che non si prevedevano cambiamenti tali che potessero compromettere il futuro dell`acciaieria”.
“È del tutto evidente che tale scelta – proseguono – avvenuta con le solite modalità arroganti della multinazionale, è l`ennesima provocazione da parte dell`attuale management aziendale che ancora una volta prova ad utilizzare i lavoratori come grimaldello nei confronti dei governi esclusivamente per battere cassa. Alle organizzazioni sindacali non è chiaro come siano stati definiti alcuni blocchi delle attività di manutenzione, tranne per i lavori previsti dall`autorizzazione integrata ambientale, in un`azienda che necessita di maggiori investimenti e non di rinvii che metterebbero ulteriormente a rischio la salute e sicurezza dei lavoratori.
“Inoltre, ieri abbiamo riscontrato un ulteriore ed inspiegabile rialzo dei numeri sulla cassa integrazione per i lavoratori diretti di Acciaierie d`Italia che compromette il già precario sistema produttivo dello stabilimento siderurgico di Taranto. Crediamo sia l`ennesima provocazione nei confronti dei lavoratori e della città in quanto il fermo delle attività delle ditte di appalto coincide di fatto con l`iniziativa della Fiom, unitamente a Fim e Uilm, prevista per il prossimo 14 novembre con i parlamentari ionici, in cui le organizzazioni sindacali presenteranno un quadro dettagliato della vertenza ex Ilva e la richiesta di un celere intervento da parte del governo per definire e discutere tempi e modalità sui futuri assetti societari, sul processo di transizione ecologica e sul piano occupazionale ed industriale. Il governo non stia a guardare – concludono i due sindacalisti di Fiom – e soprattutto non ceda ai continui ricatti della multinazionale agendo all`interno degli assetti societari di Acciaieirie d`Italia e vincoli le risorse ad un intervento pubblico che garantisca occupazione ed una giusta transizione ambientale e produttiva”.
E.G.