Nulla di fatto dall’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia, riunita ieri, 23 novembre, a Milano per decidere sul piano industriale e la ricapitalizzazione. L’appuntamento è rimandato al prossimo martedì 28 novembre. Unica nuova, ma comunque attesa, è il congelamento delle dimissioni del presidente Franco Bernabè su richiesta di ArcelorMittal e Invitalia.
Cresce la preoccupazione di lavoratori e sindacati, che ieri hanno tenuto un presidio davanti la direzione di Acciaierie D’Italia in viale Certosa. “Il rinvio è frutto dello stallo tra governo e Arcelor Mittal perché il punto è sempre lo stesso: chi mette le risorse finanziarie. Questo perdere tempo è scaricato sulla pelle dei lavoratori e fa danno alla stessa azienda, all’ambiente e alla produzione”. A dichiararlo è il coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil, Loris Scarpa, che continua: “L’assemblea dei soci del più grande impianto siderurgico di Europa discute di 320 milioni della bolletta e non trova una soluzione quando servirebbero 5 miliardi per rilanciare produzione occupazione e ambiente. Continueremo a mobilitarci finché non ci sarà una risoluzione di questa situazione”.
Per il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, con il rinvio l’assemblea dei soci ha dimostrato ancora una volta “irresponsabilità nel non assumere le decisioni necessarie e definitive per il rilancio dell’ex Ilva, l’ennesimo schiaffo nei confronti di 20 mila famiglie”. Ancor più grave, però, è il silenzio del Governo, che “lascia la vita di migliaia di lavoratori appesa alle decisioni di una multinazionale. È diventata una farsa. Di fronte a una chiusura da parte del socio privato, il socio pubblico non doveva far altro che prenderne atto e rassegnare in blocco le dimissioni dei suoi rappresentanti. Martedì prossimo si consumerà l’ennesimo atto di una commedia che va avanti da mesi. Abbiate un minimo di coraggio, dimettetevi e consegnate la responsabilità al Governo”.
e.m.