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Fadda (Inapp): non si ritorni indietro sullo smart working nel pubblico impiego

redazione
Novembre10/ 2021

“Lo smart working, che non va confuso, come è stato fatto, con il telelavoro, ha contribuito a rompere con le vecchie routine. L`importante adesso è che non si ritorni indietro e si trovino, nuove soluzioni per la erogazione dei servizi che la PA fornisce e per la razionalizzazione dei processi interni, in un`ottica di problem solving”. È quanto ha detto il professor Sebastiano Fadda, presidente dell`INAPP, durante il seminario organizzato dall`Istituto nell`ambito dell`Assemblea Nazionale dell`Anci che si sta svolgendo a Parma.

“Questo atteggiamento di “problem solving” comporta che i contenuti del lavoro, del singolo lavoratore, cambiano – ha spiegato – perché non si tratta più di eseguire in termini puramente meccanici delle mansioni fisse, ma si tratta di concorrere, all`interno di una nuova organizzazione dei processi, a produrre il risultato con una articolazione diversa e con una interazione diversa, più responsabile e più partecipata, dei soggetti che concorrono alla produzione del risultato”. Per far questo Fadda ha sottolineato l`importanza del management, “di chi organizza e deve pianificare il lavoro: queste persone devono avere una spiccata formazione manageriale, che in molti casi va ancora costruita, devono essere in grado di padroneggiare le nuove tecnologie e le possibilità che queste offrono di rimodellare le modalità di lavoro, e qui c`è molta strada da fare” ha detto il presidente dell`Inapp.

“Poi si deve risolvere il problema del controllo dei risultati, e dell`esercizio di nuove forme di leadership – ha proseguito – perché non si tratta più di controlli gerarchici, nel senso di verificare l`esecuzione di una mansione, ma si tratta di verificare il contributo che l`individuo porta entro ambiti maggiori di autonomia, entro diverse modalità di interazione dei diversi partecipanti che concorrono al processo produttivo.

“La leadership – per il presidente dell`INAPP – si deve esercitare in maniera diversa: non c`è l`occhio del capo ufficio che verifica puntualmente l`esecuzione di mansioni standardizzate e routinarie, ma devono realizzarsi nuove modalità di esercitare con autorevolezza la leadership e il controllo. Infine c`è la necessità di garantire le relazioni sociali tra i dipendenti, che sono comunque importanti nonostante gran parte del lavoro venga svolto da remoto, e quindi garantire l`armonia, la collaborazione, la consapevolezza di partecipare alla mission dell`istituto di appartenenza”.

TN

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