Assistenza, formazione e informazione. Sono questi i punti salienti dell’iniziativa, presentata oggi dalla Fai-Cisl, “Porto Sicuro”, che nasce nell’ambito del Programma nazionale triennale 2017-2019 della Pesca e dell’Acquacoltura finanziato dal Mipaaft, Un progetto che si svilupperà in 70 porti diversi, per affrontare e studiare le diversità e le condizioni di lavoro di un settore che conta 25mila addetti.
Una delle principali problematiche del comparto riguarda il ricambio generazionale. Il segretario nazionale Silvano Giangiacomi ha spiegato che sul totale degli addetti circa il 30% ha più di 56 anni, e solo il 12% è sotto i 30 anni. Ecco perché per il sindacato sarà di vitale importanza portare il “welfare dentro i porti”, attraverso attività informative non solo sul sistema pensionistico ma anche sui fondi integrativi ai quali i lavoratori e le proprie famiglie possono accedere.
Come detto l’iniziativa avrà anche un aspetto di ricerca e di approfondimento sul comparto proprio sui luoghi di lavoro. Come ha spiegato Ludovico Ferro, della Fondazione Fai Cisl Studi e Ricerche, sarà proprio sui pescherecci che si svolgerà l’indagine, attraverso interviste questionari e riprese. I risultati dell’indagine saranno pronti entro e non oltre la fine dell’anno.
Per il segretario generale della Fai-Cisl, Onofrio Rota, l’iniziativa vuole essere un punto di riferimento per i lavoratori e un’occasione per dare voce alle loro istanze e ai loro bisogni.
Tommaso Nutarelli