“Fincantieri, una delle più importanti aziende del Paese leader nel mondo nelle costruzioni navali, oggetto di un’attenzione forviante e negativa”. Lo denuncia il segretario generale della Fim Cisl, Giuseppe Farina. “Durante la trasmissione Report di domenica 14 ottobre – sostiene – veniva accreditata in maniera allusiva la tesi secondo cui, Fincantieri sarebbe un’azienda decotta, fuori mercato e assistita dall’ intervento pubblico. Questo solo perché la Fincantieri, come tutte le altre aziende italiane è sostenuta nelle sue attività di export dall’intervento in tandem della Cassa Depositi e Prestiti e la SACE (Sezione speciale per l’Assicurazione del Credito all’esportazione). “Si dimentica – aggiunge – che Fincantieri è un’azienda leader mondiale grazie dall’impegno e alla professionalità dei suoi lavoratori e della capacità d’innovazione e qualità dei suoi prodotti che l’hanno resa leader mondiale nel settore della crocieristica navale. Gli aiuti pubblici in tutto ciò non hanno avuto, ne potevano avere, perché vietati dalle regole comunitarie, alcuna influenza”. “Il sistema export-banca è bene ricordarlo – aggiunge – è stato deciso nel 2010 dal governo italiano per sostenere l’export industriale del nostro Paese, con modalità analoghe a quelle di tutti gli altri paesi concorrenti europei; mentre nel resto del mondo, la concorrenza si muove in un regime di sostegno che i governi mettono nel settore, praticamente illimitato”.
“In un momento di così difficile crisi del mercato interno- dice Farina – l’industria italiana dalla Fincantieri alla Fiat e gran parte della media impresa italiana, vive praticamente solo di esportazioni e il sostegno del sistema bancario assicurativo pubblico o privato nazionale è decisivo per sostenere investimenti e preservare le quote di mercato all’estero, grazie alle quali è possibile preservare anche il lavoro in Italia”.
“Fare apparire – conclude – questo, come sostegno pubblico a un’azienda fuori mercato, è in primo luogo offensivo per il lavoratori della Fincantieri oltre che un danno per tutta l’industria nazionale”. (LF)
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